Fiorentina, Anderson: «Qui per vincere. E … amo le donne» (AUDIO)

SINTESI AUDIO
FIRENZE. Su una cosa ci sono pochi dubbi, Anderson è un tipo sveglio e simpatico. Glielo leggi negli occhi grandi e sgranati e lo capisci anche da quello che dice, con quel portoghese un po’ strascicato accompagnato da un gesticolare molto eloquente.
RISATE. Non a caso la sua conferenza stampa di presentazione è stata contrassegnata da diverse risate del brasiliano e di tutti i presenti in sala stampa. Il picco, quando il giocatore ha risposto (come si sente nel file audio) quasi divertito a una domanda sui suoi gusti sessuali, smentendo categoricamente di essere gay. «Anzi, ho quattro figli, casa mia non c’è nemmeno la televisione» ha scherzato il centrocampista aggiungendo poi più seriamente di non vedere l’ora di farsi raggiungere dalla famiglia a Firenze.
SUL CAMPO. Dotati di grande senso dell’ironia, i fiorentini lo hanno già adottato per la sua simpatia che emerge anche quando parla del cibo italiano e della pasta alla carbonara per cui va matto, ma ovviamente ora si aspettano che li faccia divertire anche con la palla tra i piedi. Lui, peraltro, sembra avere le idee chiare sui motivi per cui ha scelto Firenze. «Sono qui per restarci molti anni (anche se è in prestito fino a giugno, ndr), dopo la lunga esperienza con lo United era venuto il momento di cambiare. Mi auguro che potremo vincere qualcosa e quest’anno entrare subito in Champions».
MONTELLA. Anderson ricorda come a Firenze siano passati giocatori importanti come Batistuta ed Edmundo, poi dice di aver già legato molto con Vincenzo Montella. «Anche lui è stato un grande calciatore. Mi pare una grande persona. Mi ha dato subito fiducia (lo ha già fatto esordire negli ultimi minuti contro il Genoa), per questo voglio ripagarlo con il massimo dell’impegno».
IL RUOLO. Per quello che riguarda la posizione in campo, il brasiliano che ha scelto l’88 perché è il suo anno di nascita e perché gli piace il numero visto che al Manchester aveva l’8, assicura invece di non avere preferenze. «Posso giocare in ogni ruolo del centrocampo, anche davanti alla difesa. Anzi, se l’allenatore vuole posso fare anche il portiere», regala un’altra battuta. Tornando serio, ricorda come ultimamente in Inghilterra giocasse poco anche a causa della rottura del legamento crociato del ginocchio, ma assicura di avere recuperato appieno e di avere solo bisogno di giocare.
PRADE’ . La maglia con su scritto Andow («in Inghilterra mi chiamavano tutti così») luccica sotto i flash dei fotografi per le strette di mano di rito con Pradè e Macia. Ma i due direttori della Fiorentina restano in sala stampa giusto il tempo per gli scatti di rito e per dare il benvenuto al giocatore: se ne vanno quasi subito, ufficialmente per lasciare il giocatore ai giornalisti, in realtà per lavorare sugli ultimi colpi di un mercato che finirà tra poco più di 24 ore: nelle ultime ore Ruben Olivera è tra l’altra passato al Brescia a titolo definitivo.
