Renzi: «Dall’Ue voglio soldi per Fiera, Uffizi e tramvia»

FIRENZE – «L’Italia ha finito il tempo a disposizione e non basta accarezzare i problemi come è stato fatto fino ad ora: questo è l’anno in cui o i problemi si risolvono o non ha più senso parlare ai cittadini italiani di città metropolitane e altre riforme». Lo ha detto il sindaco Matteo Renzi nel suo intervento nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio al convegno di Confindustria «Le città metropolitane: una riforma per il rilancio del Paese», al quale hanno partecipato tra gli altri il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il presidente e il vicepresidente di Confindustria Firenze Simone Bettini e Mario Curia.
FIERA – Finora coi fondi europei in Italia «si sono spesi dei soldi in piccoli progetti da 15 mila euro che sono una sconfitta. Ora abbiamo 60 miliardi di euro: la Ue dice di dare il 5% ai sindaci, la Germania dà il 10%, noi limitiamoci al 5%». Lo ha affermato Matteo Renzi, segretario del Pd e sindaco di Firenze, nel corso del convegno.«A Firenze – ha spiegato Renzi – abbiamo Fiera, Uffizi e infrastrutture: su questi tre temi, con questi fondi, si chiude la partita immediatamente. Sono soldi che dovrebbero essere decisi in questi mesi, in queste settimane, ma bisogna decidere, avere una strategia, non continuare ad andare al buio».
Telegrafico e sintetico, il sindaco-segretario del Pd, tanto da trascurare il fatto che Firenze Fiera è in piena bagarre. Firenze rischia di perdere il suo polo fieristico. La lettera scritta al direttore di FirenzePost dal presidente del Consiglio regionale, Alberto Monaci, dice chiaro e tondo che la Regione vuole sfilarsi. O dare un contributo uguale a tutte le Fiere toscane. Palazzo Vecchio riuscirà a fare da solo? O Renzi interverrà sulla Regione con il suo peso politico per evitare la fuga dalla Fiera?
SENATO -«Il Senato deve diventare camera delle autonomie – ha sottolineato il sindaco di Firenze -. Immaginiamo un Senato non elettivo, senza indennità, 150 persone, 108 sindaci dei comuni capoluogo, 21 presidenti di regione e 21 esponenti della società civile che vengono temporaneamente cooptati dal Presidente della Repubblica per un mandato». Il nuovo Senato immaginato dalla riforma, ha spiegato Renzi, «non vota il bilancio, non dà la fiducia ma concorre all’elezione del Presidente della Repubblica e dei rappresentanti europei»
PROVINCE – Le Province sono un altro capitolo delle riforme da fare. «Sul superamento delle Province – ha sottolineato il segretario del Pd – non c’è l’accordo di tutti. Noi vogliamo che il 25 maggio non si voti per le Province, è possibile se il Ddl Del Rio avrà in queste ore la svolta al Senato. Questo consentirà di avere delle Province di secondo livello con i Sindaci protagonisti». Sul fronte delle Città Metropolitane, Renzi ha spiegato che della riforma «se ne parla da trent’anni, da venti sono state istituite ma sono una barzelletta, sono rimaste un oggetto misterioso», visto che non c’è stato alcun passaggio di poteri costituzionali/istituzionali.
FASSINO – «Renzi al posto di Letta nel ruolo di premier? Ho l’impressione che ci sia molta enfasi mediatica». Lo ha affermato il presidente dell’Anci, Piero Fassino, parlando coi giornalisti a margine del convegno. «È del tutto evidente – ha spiegato – che c’è un impegno forte del Partito democratico a sostenere il Governo, soprattutto in una fase in cui proprio il Governo mette in campo ogni sforzo per accelerare la fuoriuscita dalla crisi economica, e al tempo stesso c’è un forte impegno del Pd sul fronte delle riforme istituzionali, testimoniato dalle proposte che sono state avanzate sia sulla legge elettorale che sulla riforma del Senato del titolo quinto. Devo dire che questi due fronti – ha concluso Fassino – sono due fronti complementari e non fra di loro conflittuali».
