L’artigianato fiorentino perde 52 milioni di fatturato

FIRENZE – Cinquantadue milioni in meno di fatturato: l’artigianato fiorentino è in grande sofferenza perde un 5% rispetto al 2012.
Emerge dal rapporto Trend, l’analisi congiunturale dell’economia artigiana della provincia di Firenze relativa al I semestre 2013, presentato dal Presidente di Cna Firenze, Andrea Calistri, e dal Direttore Generale, Franco Vichi.
La diminuzione dei ricavi investe in tutti i settori: costruzioni (-17 milioni di euro rispetto), manifatturiero (-2 milioni e 700 mila) e servizi (-2 milioni e 400 mila). Il comparto più in difficoltà è quello edile che, con quasi 340 milioni di euro di fatturato, subisce una diminuzione percentuale del 5,1%. Il fatturato complessivo del comparto metalmeccanico sfiora i 154 milioni di euro, in diminuzione di quasi 7 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2012 (-4,3%). I settori residuali, ovvero alimentari, oreficeria e legno sono quelli che registrano i dati più positivi.
Sembrano in ripresa i trasporti, con un fatturato di oltre 70 milioni di euro. Bene anche il settore dei servizi alle imprese che registra dati decisamente positivi ( 32 milioni di fatturato, + 20% rispetto al 2012). Male le riparazioni.
«Preoccupa che i segnali più negativi, in termini di fatturato, riguardino i settori più rappresentativi dell’artigianato fiorentino: la pelle, l’edilizia, le riparazioni e la metalmeccanica –spiega il Presidente Cna Firenze, Andrea Calistri– Ma le dinamiche positive registrate quasi ovunque nelle retribuzioni e negli investimenti fanno sperare nella possibilità di recupero, perché sono indicatori che provano la vitalità del nostro tessuto artigiano».
A fronte della performance negativa dei fatturati si registra un buon andamento delle retribuzioni, in aumento di 4 milioni di euro e degli investimenti che, cresciuti di quasi 2 milioni, arrivano a quota 52,439 milioni di euro (3,6%).
I dati sull’andamento demografico dell’artigianato di Firenze nel 2013 mostrano un ulteriore peggioramento rispetto ai risultati, già critici, degli anni precedenti: il totale delle imprese artigiane iscritte alla Camera di Commercio è sceso da 30.942 a 30.479. La perdita, in un anno, è stata di 463 unità, quasi il doppio del calo registrato nel 2012 (-278).
Se il manifatturiero ha chiuso l’anno in crescita per numero di imprese (+21) e con un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni (+ 44) , il crollo delle costruzioni continua inesorabile (-454 imprese rispetto al 2012; -433 il saldo tra iscrizioni e cessazioni nel corso del 2013).
Per Calistri «la decimazione delle imprese continua ad un ritmo incalzante, ma non in modo uniforme. Settori come il manifatturiero resistono meglio, addirittura crescono in termini numerici, mentre la crisi delle costruzioni sembra inarrestabile. Urge fare qualcosa per rilanciare un settore che ha sempre avuto un ruolo fondamentale per l’economia del nostro territorio».
In questo senso Cna Firenze intravede interessanti possibilità nei Volumi Zero posti a base del Piano Strutturale di Firenze. «Vogliamo lanciare un messaggio preciso: noi ci siamo e le nostre imprese sono pronte a raccogliere la sfida della riqualificazione dei numerosi importanti contenitori attualmente inutilizzati, dalla Manifattura Tabacchi al Meccanotessile al complesso di Sant’Orsola, così come la sfida della manutenzione del patrimonio immobiliare –spiega Franco Vichi, Direttore Generale Cna Firenze– Dobbiamo però essere messi in grado di farlo. Ecco perché ci rivolgiamo agli amministratori locali chiedendo di dare applicazione a quanto previsto dallo Statuto delle Imprese prevedendo, nel rispetto delle norme europee, la suddivisione degli appalti in lotti e lavorazioni in modo da favorire l’accesso delle micro e piccole imprese».
Intanto il 18 febbraio, a Roma, è in programma la manifestazione nazionale di protesta promossa da Rete Imprese Italia e a cui anche Cna Firenze aderisce.
