Usa, video virale. Nevica, il preside «hip-hop» chiude la scuola
Una tempesta di neve in arrivo. Pericolo di ghiaccio sulle strade. L’attività scolastica da interrompere e migliaia di studenti, famiglie e dipendenti da avvertire. Come raggiungerli tutti in pochi minuti?
Girano un video musicale e lo postano su Youtube. In breve tempo centinaia di migliaia di visualizzazioni e risultato acquisito.
E’ quello che è successo l’altro giorno in North Carolina, negli Stati Uniti, dove il preside della Durham Academy, Michael Ulku-Steinered, ed il suo vice, hanno inscenato un rap, sulle note di Ice Ice Baby dei Vanilla Ice, invitando tutti a restare a casa per non correre rischi.
Un video divertente che ha registrato milioni di visualizzazioni e di commenti di approvazione sulle finalità dello stesso.
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Don’t worry kids the learning’s not lost, We have Evernote, Moodle and Veracross! ...No school there's!
All’interno del testo, intonato egregiamente dai due giovani dirigenti scolastici, gli stessi rassicurano gli studenti sul fatto che nessuna lezione andrà perduta, invitandoli a rimanere aggiornati tramite strumenti di collaborazione via internet, dedicati al mondo dell’istruzione, come Moodle e Veracross o, in alternativa, attraverso Evernote, l’app per condividere informazioni velocemente sincronizzandole su tutti i dispositivi.
Comunicazione e partecipazione. In tempo reale.
Un video che rappresenta certamente un episodio singolare, l’iniziativa di un preside di talento che conosce le dinamiche giovanili e le potenzialità dei social network ma che , allo stesso tempo, rimarca ancora una volta la differenza nell’approccio alla comunicazione, al rapporto con gli studenti, di molte nostre istituzioni scolastiche, con altre realtà di paesi a noi confrontabili.
Una struttura didattica che arranca di fronte alla velocità con la quale cresce l’offerta formativa, e la relativa qualità di insegnamento, di altri paesi del mondo, e non solo di quella nordamericana.
Dove il preside della Durham Academy sarebbe ancora un ricercatore di belle speranze e dove succede che si fermino gli appelli d’esame per motivi non proprio ortodossi, come per lavigilia di Carnevale dello scorso anno a Napoli, presso l’Università degli Studi Federico II.
