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Palazzo Vecchio: il dopo Renzi non è ancora deciso

Firenze, caso Giani: piovono critiche su Renzi

Palazzo Vecchio: il dopo Renzi non è ancora deciso
Palazzo Vecchio: il dopo Renzi non è ancora deciso

FIRENZE – Bufera nel Pd, e più in generale  nel centrosinistra, in vista delle primarie del 23 marzo per la scelta del candidato sindaco di Firenze. Non pochi messaggi di solidarietà sono stati indirizzati a Eugenio Giani, messo in fuorigioco da Matteo Renzi. Che prima gli avrebbe chiesto di evitare di scendere in campo nelle primarie contro Dario Nardella, da lui indicato come successore, poi gli ha negato quella poltrona di sottosegretario allo sport per la quale  Giani sarebbe stato disponibile a fare la grande rinuncia.

ERRORE – Secondo fonti vicine al premier, Giani avrebbe sbagliato a rifiutare il ruolo di consulente della presidenza del consiglio per lo sport. Un ufficio e uno staff erano già pronti ad accoglierlo, sussurrano da Palazzo Chigi. Ma a Firenze, sia nel centrosinistra, Pd e non solo,  sia nell’ambiente sportivo, circolano commenti poco positivi sulle mosse di Renzi. Non manca chi offre sostegno a Giani, anche nell’ipotesi che lui decida in extremis di presentarsi alle primarie  del Pd (la scadenza per presentare le 120 firme è il 4 marzo), ma anche se pensasse a candidarsi  sindaco alla guida di una lista civica.

TIMORE – Nel Pd un ritorno di Giani come candidato alle primarie viene escluso. In realtà si tratta di un’eventualità temuta. Perché Nardella non avrebbe grossi problemi contro gli sfidanti che si sono già palesati, Iacopo Ghelli e Alessandro Lo Presti, dell’ex area Marino. Mentre potrebbe incontrare difficoltà contro una ricandidatura al veleno di Giani, ora capace di contare anche su appoggi esterni ai Democratici. Tuttavia, non è ancora chiaro quale sarà l’atteggiamento che lui deciderà di tenere. C’è chi lo dà per sconsolato e ormai fuorigioco e chi, invece, afferma che il silenzio seguito alla delusione di non aver visto il suo nome fra quello dei sottosegretari sia dovuto soltanto alla stesura di un nuovo piano di battaglia. Magari corredato dalla raccolta di firme.

SCALETTI – Contro Nardella, che annuncia di volersi presentare alle primarie anche forte di quelli che considera i successi della giunta-Renzi, si sta formando uno schieramento fuori dal Pd. Cristina Scaletti, ex assessore regionale a cultura, turismo e commercio, che ottenne solidarietà da autorevoli esponenti vicini alla sinistra dopo essere stata estromessa dalla giunta dal governatore, Enrico Rossi, sfida apertamente Nardella. Lo invita a scrollarsi di dosso l’etichetta di  futuro sindaco nominato da Renzi e non di candidato che ha avuto la forza di farsi scegliere. Attraverso una lettera aperta, indirizzata a Nardella, la Scaletti  sostiene che le dimissioni da deputato del vicesindaco reggente sono, per ora, finte: perché non accompagnate da una lettera formale al capogruppo Pd alla Camera, Speranza. Motivo? Nardella si lascerebbe il paracadute da deputato per non correre rischi in caso di sconfitta alle elezioni di maggio, a Firenze. E secondo la Scaletti sarebbero finte anche le primarie del Pd, perché il vicesindaco reggente non avrebbe rivali di peso.  L’ex assessore regionale si dichiara molto delusa dal comportamento di Nardella e, appunto, lo sfida invitandolo a chiedere primarie di coalizione, quindi aperte alle altre forze del centrosinistra. Come la sua, ossia il  Centro Democratico di Bruno Tabacci, al quale ha aderito dopo essere stata dipietrista, nelle file dell’Idv.

 

 

 

 

elezioni, palazzo vecchio, primarie


Sandro Bennucci

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