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In Toscana le bollette dell'acqua più salate

Bollette dell’acqua, in Toscana le più care d’Italia. Ma il Consiglio regionale dà la colpa al Parlamento

In Toscana le bollette dell'acqua più salate
In Toscana le bollette dell’acqua più salate

FIRENZE – Il Parlamento rispetti fino in fondo l’esito del referendum sull’acqua pubblica del giugno 2011. Al fine di evitare i continui rincari nelle bollette dell’acqua, soprattutto di quelle che arrivano nelle case dei toscani. Significa che ilConsiglio regionale della Toscana, con una mozione approvata all’unanimità, riversa su Roma ogni responsabilità. Ma è proprio vero che a livello locale nessuno ha coklpa? Allora come mai nelle altre regioni l’acqua costa infinitamente meno che in Toscana?

In ogni caso, la mozione presentata da Monica Sgherri ha ottenuto il voto di tutta l’Aula. Nel testo si invita il Parlamento italiano a «perfezionare celermente tutti gli adempimenti legislativi atti a rispettare l’esito referendario del giugno 2011» e si impegna in tal senso, per quanto di sua competenza, la Giunta regionale.

E poi si affonda il coltello nella piaga, ricordando che il referendum ha tolto la componente «remunerazione del capitale investito» dalla tariffa per il servizio idrico, ma che dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, competente sul servizio idrico, lo ha, di fatto, introdotto di nuovo, sotto la voce «oneri finanziari», approvando un metodo tariffario transitorio per il periodo 2012-2013.

Secondo i consiglieri regionali toscani, il meccanismo introdotto obbliga gli enti d’ambito a scegliere tra la previsione degli investimenti necessari – con conseguente rincaro esponenziale della tariffa dell’acqua -, o la rinuncia a interventi fondamentali per garantire il servizio idrico. Nel caso, inoltre, che gli enti d’ambito non abbiano provveduto in tal senso entro il mese di marzo, i gestori possono autonomamente presentare all’Autorità il proprio piano tariffario.

Tutto vero, ma il problema resta. E la politica non ci fa bella figura. Perchè, per esempio, in Inghilterra una sola autorità segue il ciclo dell’acqua e attraverso la bolletta il cittadino contribuisce anche alla regimazione dei fiumi? La mozione consiliare, forse non a caso, arriva all’indomani della pubblicazione da parte di Federconsumatori dei dati sul caro-bollette dell’acqua. Tra le 10 città d’Italia dove la bolletta dell’acqua è più cara, 7 sono toscane. Al primo posto c’è Pisa, dove le famiglie spendono in media di 381 euro all’anno; al secondo e terzo posto ci sono Siena e Grosseto, con 379 euro entrambe di spesa media.

I dati, anticipati dal Sole24Ore, emergono dalla 13° indagine nazionale a campione sulle tariffe e carte dei servizi del 2013 del servizio idrico integrato, realizzata dal C.R.E.E.F. – Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione di Federconsumatori.

Dal monitoraggio effettuato nelle 112 città capoluogo risulta che in Italia, per una famiglia di 3 persone e un consumo annuo pari a 150 metri cubi di acqua, la spesa media ammonta, nel 2013, a 241 euro annui. Ciò significa che il servizio idrico integrato costa mediamente 1,60 euro per metro cubo di acqua misurata.

Le città più care, tra le prime 10 in Italia, si trovano quasi tutte in Toscana: si tratta di Pisa (381 euro), Siena e Grosseto (379 euro). Seguono Enna (369 euro), Prato, Pistoia e Firenze (365 euro), Livorno (362 euro), Urbino e Pesaro (359 euro). A Carrara si spendono 294 euro all’anno, in media, mentre a Lucca «solo» 226 euro.

Le città meno care, invece, sono Isernia (86 euro), Milano (88 euro), Cosenza (110 euro), Campobasso (126 euro), Monza (128 euro), Alessandria (129 euro), Varese (132 euro), Imperia (133 euro), Catania e Como (138 euro). La macroarea con la bolletta più elevata è il centro Italia, seguita dal Nord Est. Seguono ancora il Sud e le isole e infine il Nord Ovest.

Nell’ultimo biennio emerge un aumento medio dei costi per le famiglie, nelle città capoluogo di provincia, approvato dall’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (Aeegsi), pari al +6,3%, per un importo medio di +15 euro.

Tra gli aumenti dell’anno 2013 in 61 città, riconosciuti finora dall’Aeegsi, quello più elevato si registra a Lecco (+13,4%), quello più contenuto a Monza (+0,2%). Andando a ritroso nel tempo, se si allarga il confronto con la bolletta dell’anno 2000, l’aumento medio della bolletta nelle città risulta a +67%, mentre l’indice dei prezzi è cresciuto del +30%. L’aumento medio della bolletta nell’ultimo decennio è stato quindi pari al doppio rispetto alla crescita dell’inflazione.

Il livello così elevato degli aumenti, soprattutto in Toscana, si spiega almeno in parte con gli effetti, sopraggiunti nel 2011, e ancora da stabilizzare, del referendum sull’acqua pubblica. In sostanza nel 2012 e 2013 sono scattati incrementi delle tariffe dell’acqua dovuti anche alla cancellazione del vecchio «moltiplicatore tariffario» pre-referendum, tanto che il moltiplicatore del 2014 resta ancora incerto.

C’è poi la questione degli investimenti’private hanno speso per gli investimenti, anche nelle infrastrutture: depuratori da creare, acquedotti obsoleti con forti dispersioni d’acqua da riammodernare.

Tutto questo si è riverberato in bolletta, a carico delle famiglie. Non ultima la conformazione geografica e geologica della Toscana. Se Milano è una città che poggia su una falda da cui attingere acqua, e ha uno costi in bolletta più bassi d’Italia (88 euro annui a famiglia), Firenze prende l’acqua dall’Arno. Siena quasi solo dai pozzi.


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Domenico Coviello

Giornalista

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