Livorno, ballottaggio per il sindaco. Ruggeri (Pd) alla sinistra: «Immorale votare per Grillo»

LIVORNO – A una settimana dal ballottaggio per scegliere il nuovo sindaco di Livorno, l’8 giugno, diventa incandescente lo scontro a sinistra nella città labronica. Apparentemente i duellanti veri non sono il candidato sindaco del Pd e del centrosinistra, Marco Ruggeri (39,89% al primo turno), e lo sfidante del M5S, Filippo Nogarin (19,01% al primo turno), bensì il Ruggeri e Andrea Raspanti, candidato sindaco, sconfitto, della coalizione di sinistra civica che al primo turno ha raccolto il 16,38% dei consensi.
Lo testimonia l’esplicito appello su Facebook, sabato 31 maggio, di Marco Ruggeri a Raspanti e soprattutto ai suoi elettori. Un comunicato in 4 punti per cercare di chiarire e chiarirsi davanti a quelle migliaia di livornesi che sono pronti a seguire le indicazioni di Raspanti per il voto a Nogarin. La lista di Raspanti, Buongiorno Livorno, da sola ha totalizzato quasi il 9% ed è probabile che i livornesi che l’hanno votata l’8 giugno votino per Nogarin. Più difficile che lo facciano gli elettori di Sinistra Unita per il lavoro, che comprende Rifondazione, Comunisti italiani e Movimento per il partito del lavoro, e che è stata la seconda lista della coalizione di sinistra guidata da Raspanti e da Buongiorno Livorno. Sinistra Unita ha deciso, infatti, di non schierarsi fra i due contendenti dell’8 giugno.

Le indicazioni di Raspanti per il voto a Nogarin, già annunciate, sono state ufficialmente ribadite sabato 31 con un comunicato su Facebook: «Buongiorno Livorno affronterà all’opposizione la prossima consiliatura, qualunque sia l’esito del ballottaggio – scrive Raspanti – e non accetterà posti in giunta né poltrone di altro tipo (…) riteniamo tuttavia per senso di responsabilità verso il futuro di Livorno di poter dare un’indicazione di voto condizionato. Buongiorno Livorno suggerisce agli elettori di orientare il loro voto verso Filippo Nogarin ma condiziona questa indicazione in modo chiaro alla capacità del M5S cittadino di prendere le distanze dalla destra e dal centrodestra non solo sul piano formale degli apparentamenti ma anche su quello dei valori e dei contenuti».
E se il grillino Nogarin appare al momento il convitato di pietra, ai margini del dibattito elettorale, Raspanti è diventato l’arbitro dello scontro che l’8 giugno potrebbe dare a Livorno – la città dove fu fondato nel 1921 il Pci e dove dal dopoguerra in avanti mai si era andati al ballottagio -, per la prima volta in assoluto, un sindaco non appartenente a un partito della sinistra.

La posta in gioco è troppo alta. E il Pd livornese, in evidente affanno, non può che correre ai ripari. «Ho letto con interesse il ragionamento con cui Andrea Raspanti – replica su Facebook il candidato del centrosinistra Marco Ruggeri – ha fatto ciò che in molti si aspettavano: sostenere il candidato del MoVimento5Stelle. Mi rivolgo a lui, ma soprattutto ai suoi elettori, per chiarire alcuni punti: domenica 8 giugno non si vota il segretario del Pd, si vota il prossimo sindaco di Livorno, una scelta che vale 5 anni, e sbagliare sindaco è una scelta quasi irreversibile (…) Ho accettato tutte le critiche mosse da Buongiorno Livorno in questi mesi (…) A Raspanti dico: chi si professa di sinistra non può sostenere il candidato di un partito che in Europa si allea con l’estrema destra (…) La somma dei voti di Nogarin e Raspanti al primo turno non è sufficiente a vincere le elezioni, l’unico modo per farlo è con i voti della destra. Quindi Raspanti sta chiedendo ai suoi elettori di allearsi con la destra a Livorno, e con un partito alleato con l’estrema destra a livello nazionale (…)».
Fra i due litiganti, come nel più classico dei proverbi, il terzo gode. E così Nogarin, che ha incassato il sostegno della Lega, evita di entrare, almeno via internet, nelle profonde lacerazioni della sinistra livornese, e dal suo profilo Facebook chiama i suoi al «Ballottaggio Day» del 4 giugno. Per lui si muoveranno i colonnelli delle truppe pentastellate e in piazza Attias sbarcheranno i Portavoce di M5S a Camera e Senato: Alessandro Di Battista, Giorgio Sorial, Nicola Morra e Riccardo Fraccaro. Tutti e quattro in blocco a spingere per il loro uomo a Livorno.
