Firenze, la Liberazione avrà il suo museo: in centro, a Gavinana o all’Isolotto

FIRENZE – L’area ex Longinotti a Gavinana, Villa Vogel all’Isolotto, oppure in centro storico, accanto al Museo Marino Marini dietro piazza Santa Maria Novella. Questi i tre possibili luoghi di Firenze dove sarà realizzato, nelle intenzioni del sindaco Dario Nardella, il museo della Resistenza e della Liberazione.

MEMORIA – Durante le celebrazioni dei 70 anni dalla liberazione della città dai nazifascisti, parlando oggi, lunedì 11 agosto, nel Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio, Nardella ha infatti annunciato che intende concludere il percorso, avviato dal suo predecessore Matteo Renzi, del nuovo museo: «Deve essere – ha detto Nardella – uno spazio dedicato ai giovani, dove coltivare ogni giorno la memoria». «Settant’anni sono un numero importante, quasi l’intera vita di una persona – ha aggiunto -. Libertà e giustizia sono i beni più preziosi e il patrimonio più importante da coltivare è quello della memoria. La pace è e resta per noi un obiettivo da perseguire, e lo ricordiamo oggi con guerre alla porte inaccettabili: da Firenze diciamo con forza basta a tutte le guerre e alle persecuzioni religiose, indegne dell’umanità».
BARTALI E LA GRANDE GUERRA – Il sindaco ha ricordato come quest’anno cadano altri due importanti anniversari: il centenario dell’inizio della Grande Guerra e il centenario della nascita di Gino Bartali, il campione di ciclismo «giusto tra le Nazioni» per il suo impegno nel salvare vite umane durante il secondo conflitto mondiale. «Nel 1944 – ha concluso il Nardella – c’erano civiltà e fronti contrapposti: oggi dietro al nostro gonfalone c’è una sola comunità che vuole guardare avanti e ricordare tutti i suoi caduti e tutti i suoi valori».
CELEBRAZIONI – Le celebrazioni sono iniziate questa mattina alle 7 con i rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo che l’11 agosto del 1944 suonò per annunciare alla città il ritorno alla libertà. Alle 10 in piazza dell’Unità Italiana il sindaco Nardella e i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e delle autorità civili, religiose e militari hanno deposto una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre. Erano presenti, tra gli altri, i sottosegretari Luca Lotti e Gabriele Toccafondi, entrambi fiorentini, parlamentari, assessori e consiglieri comunali. Sono stati letti messaggi della chiesa cattolica, della chiesa avventista e della comunità ebraica.
Poi la banda della Filarmonica Rossini ha preceduto il corteo (fino a Palazzo Vecchio) aperto dal Tricolore, dalla bandiera del Comitato toscano di Liberazione Nazionale, da quella del Corpo volontari della Libertà, dal gonfalone di Firenze col sindaco Nardella, assessori e consiglieri comunali, insieme a quelli della Regione Toscana con la vicepresidente della giunta Stefania Saccardi, della Provincia di Firenze con l’assessore Giovanni Di Fede, del Comune di Prato con il sindaco Matteo Biffoni, del Comune di Scandicci con il sindaco Sandro Fallani, del Comune di Sesto Fiorentino con il sindaco Sara Biagiotti, degli altri comuni della provincia di Firenze. Presenti i labari delle associazioni partigiane e Vittorio Meoni presidente dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) di Siena, che nel Salone dei Cinquecento ha poi concluso la cerimonia prendendo la parola dopo Nardella.
