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Bandiera Marina Militare

Parla il comandante del Durand de la Penne: «Così portiamo il Tricolore nel mondo»

Il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne (foto Marina Militare)
Il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne (foto Marina Militare)

OCEANO ATLANTICO (35 miglia a ovest della Spagna) – Settimo giorno di navigazione da Londra verso la Spagna per il cacciatorpediniere Durand de la Penne e 37° giorno della campagna estiva per i cadetti dell’Accademia Navale, iniziata il 14 luglio a Livorno e che si concluderà il 31 agosto a Taranto. FirenzePost, che sta seguendo la missione a bordo della nave, ha intervistato il comandante, capitano di vascello Ostilio de Majo.

Comandante Ostilio de Majo
Comandante Ostilio de Majo

Comandante de Majo, lei è uscito dall’Accademia Navale nel 1990 e oggi ospita a bordo del Durand de la Penne gli allievi della 1ª classe. Cosa ha provato quando li ha visti salire?

Mi sono venuti i brividi.

Emozionato anche lei dunque?

Di più. Ho provato un tuffo al cuore nel vederli imbarcare, anche loro con il cuore pieno di speranza e con lo sguardo di chi crede in quello che fa.

Si è rivisto come in un flashback?

Certamente. Ho provato le stesse sensazioni di quel ormai lontano giorno quando imbarcai sul Vespucci per la prima campagna d’istruzione. Per qualche momento passato e presente si sono alternati nella mia mente, tanto più che eravamo proprio a Livorno, un porto commerciale piuttosto inusuale per un cacciatorpediniere come il Durand de la Penne, che sono orgoglioso di comandare.

I brividi sono durati a lungo?

Questione di attimi, anche se importanti. Sono scomparsi non appena ho dato il benvenuto a bordo a questi 89 allievi e ai loro accompagnatori. Sono loro uno degli obiettivi che mi sono stati assegnati in questa missione.

Finora le campagne di istruzione sono state svolte sulla nave scuola Amerigo Vespucci, che quest’anno è ferma in manutenzione. Da un pur leggendario veliero ad un cacciatorpediniere lanciamissili. Cosa hanno in comune queste due unità per gli allievi?

Prima di tutto la possibilità di insegnare il rispetto per il mare. È lì che ci passeranno una buona parte del loro futuro.

Chi ha già passione per il mare dovrebbe rispettarlo

Non è detto. La passione non basta. Non si può non essere professionisti se si va per mare. È uno degli ambienti in cui la forza della natura è padrona assoluta e occorre, da subito, imparare a conoscerla e conviverci. Tanto più quando si ha la responsabilità di condurre equipaggi e mezzi navali.

E poi?

Sul Vespucci come sul Durand de la Penne gli allievi possono… mi correggo, debbono aumentare le loro conoscenze marinaresche e di navigazione.

Anche come spirito di squadra?

Esattamente. Occasione direi unica far proprio i concetti di solidarietà e di amicizia. Se hai bisogno ci sarà sempre un collega pronto a darti una mano. È un test fondamentale anche per imparare il disagio di vivere sul mare. Perché, come ho già detto, il mare non fa sconti a nessuno.

Comandante Ostilio de Majo
Riunione operativa a bordo del Durand de la Penne

Parliamo della sua nave. Che funzione ha un cacciatorpediniere lanciamissili in tempo di pace?

Mi aspettavo una domanda del genere, ma si tranquillizzi, la risposta è facile. Da un punto squisitamente tattico, il suo ruolo è fondamentale per la protezione di un convoglio e di navi che non hanno una diretta capacità di autodifesa come portaerei o unità rifornitrici.

Ma non siamo in stato di guerra….

Capiamoci. Non dimentichi la vitale funzione di deterrenza. Una nave di questo tipo, al pari naturalmente di tutte le altre, rende credibile una forza armata di un paese. Qualunque esso sia.

D’accordo, ma giriamo per il mare con missili, siluri e cannoni…

Si ricordi che il ruolo di un soldato è quello di mantenere la pace, non certo quello di cercare di fare la guerra. La sola presenza di un’adeguata capacità militare serve a impedire una guerra o comunque a fronteggiare pericolose situazioni di tensione. Ma c’è dell’altro.

Prego

Una nave militare, oggi più di ieri, è un potentissimo strumento a disposizione del cittadino in caso di calamità naturali e soccorso a popolazioni in difficoltà. È come se un’intera città si muovesse in soccorso di un’altra, in tempi rapidi ed efficaci ed in perfetta autonomia. Tra i tanti casi basta solo ricordare la missione umanitaria della portaerei Cavour davanti all’isola di Haiti, dopo il tragico terremoto del 2010, quando la capitale Port au Prince era totalmente inagibile.

Una dualità di compiti quindi, militare e civile

Esatto. Un ruolo che la Marina assume a tutto campo. Dal costante pattugliamento del nostro mare in funzione antinquinamento, alla rimozione di ordigni bellici dai fondali, al recupero anche di beni archeologici. Poi, è cronaca degli ultimi tempi, il costante e impegnativo soccorso in mare a naufraghi abbandonati al loro destino nel Mediterraneo in prossimità delle coste italiane.

Torniamo al Durand de la Penne? La campagna d’istruzione dei cadetti dell’Accademia non è il solo compito che le è stato assegnato per questa missione.

Infatti. Oltre a scambi e a esercitazioni comuni con unità di altri paesi, per mantenere l’efficienza del nostro assetto, la missione è un’occasione per mostrare la nostra bandiera e avere scambi di cultura e di esperienze professionali nei porti di paesi amici dove facciamo sosta. Anche questa è la cosiddetta «Naval diplomacy», di cui pure gli stessi allievi dell’Accademia sono i primi ambasciatori.

Bandiera Marina Militare
La bandiera della Marina Militare nel porto di Londra

A proposito di bandiera, a bordo del Durand de la Penne ce n’è una particolarmente grande a poppa.

La più grande che siamo riusciti a reperire. Portiamo con fierezza il Tricolore all’estero, anche per dimostrare di che pasta siamo fatti davvero noi italiani. Un piccolo contributo, ci auguriamo, anche per far ripartire il nostro paese.

Ricevete a bordo visite di cittadini?

Molte e ne siamo particolarmente orgogliosi. A Londra, in questa campagna, oltre 1500 persone hanno voluto visitare la nave. All’inizio di quest’anno a Genova, per il centenario della nascita dell’ammiraglio Luigi Durand de la Penne, sono state 1800 in appena due giorni. Il cittadino venga a bordo per vedere come sono spesi i suoi soldi. È un suo diritto e per noi un preciso dovere accoglierlo e fargli conoscere la nostra realtà e la nostra vita.

Comandante de Majo, a fine missione con gli Allievi dell’Accademia lei lascerà il comando della nave. Cosa prevede per quel giorno?

Nella migliore delle ipotesi un gran groppo alla gola. Ripeto, nella migliore.

(Continua – 7)

ARTICOLI PRECEDENTI:

13 ago 2014 –Il Durand de la Penne lascia il porto di Londra. A bordo della nave intitolata all’eroe di Alessandria d’Egitto, 90 allievi dell’Accademia Navale di Livorno

14 ago 2014 –Lungo il Tamigi con il cacciatorpediniere «Durand de la Penne» sulle rotte di Nelson

15 ago 2014 –Professione cadetto di Marina: “Così costruiamo il nostro futuro a 20 anni”

16 ago 2014 –Ferragosto in Atlantico per il Durand de la Penne tra balene e il pensiero ai Marò bloccati in India

17 ago 2014 –Scramble sull’Atlantico per salvare un naufrago con l’elicottero della Marina

18 ago 2014 – Ecco i segreti del cacciatorpediniere Durand de la Penne (Foto)


Sandro Addario

Giornalista

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