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Regione Toscana, Rossi: «Mi ricandiderò alla presidenza anche in caso di rinvio a giudizio per la vicenda dell’Asl di Massa»

Enrico Rossi, presidente della Regione e autore del libro appena uscito
Enrico Rossi, governatore della Toscana dal 2010 e già assessore alla sanità per due legislature

FIRENZE – Mi ricandiderò alla presidenza della Toscana anche in caso di rinvio a giudizio per la vicenda dell’Asl di Massa. Parole di Enrico Rossi. Pronunciate, molto probabilmente, anche a proposito del caos scoppiato nel Pd dell’Emilia Romagna, con i due papabili alla carica di governatore, Richetti e Bonaccini, finiti nel mirino dei giudici con l’accusa di peculato. Trovandosi costretti a fare il passo indietro. I due sono renziani. Rossi, com’è noto, ha una provenienza diversa, dal vecchio Pci, e in passato è sempre stato fiero oppositore dell’attuale presidente del consiglio. Con il quale, però, strinse un patto nel gennaio 2014, poco prima della felice scalata matteiana a Palazzo Chigi. Ottenendo poi, giusto qualche settimana fa, l’investitura ufficiale: cioè la ricandidatura, senza primarie, alla poltrona più alta della Toscana.

Sul buco dell’Asl 10 di Massa Carrara, arrivato intorno ai 400 milioni di euro, Rossi, già raggiunto da avviso di garanzia, ha sempre avuto una posizione netta: sostiene di essere stato lui a salire le scale della procura massese per denunciare la vicenda. Infatti afferma: “Il caso non influisce sulla mia ricandidatura perchè sono state fatte tutte le verifiche e sia io che la mia giunta siamo in una botte di ferro.

Forte anhe del sondaggio di Datamedia, che lo vede in testa, per appeal, fra i governatori di tutt’Italia, Rossi ha parlato della sua posizione fuori dall’Aula del Consiglio regionale, dove si sta svolgen do il dibattito sulla nuova legge elettorale. Che reintrodurrà, in qualche modo, le preferenze, mettendo però solide soglie di sbarramento. E’ una legge che, come il famoso inciucione del 2004 (che allora abolì le preferenze e aumentò i seggi dell’assemblea toscana, è figlio di un accordo fra Forza Italia e il Pd (che allora si chiamava Ds).

Ancora Rossi: “Il generale della Guardia di finanza, Giuseppe Vicanolo, ha detto che la vicenda dell’Asl di Massa è unica. Io stesso ho denunciato la questione alla procura, all’ opinione pubblica, alla Corte dei conti e le indagini svolte

hanno dimostrato che i nostri bilanci sono sani. Per il resto tocca alle procure determinarsi e aspettiamo che decidano quanto opportuno”. Per Rossi “la magistratura fa il suo lavoro e credo che ci si debba sottoporre ai giudizi, come già successo per il Parlamento o per esponenti del Governo”.

Queste dichiarazioni non sono state, almeno per ora, commentate. Ma Stefania Fuscagni (Forza Italia), portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, ha fatto sapere di gradire la ricandidatura di Rossi perché potrebbe “aiutare il centrodestra a vincere anche in una Regione storicamente rossa”.

Osservazione, come a Roma nel campo delle riforme istituzionali, anche in Toscana Pd e Forza Italia sono insieme per cambiare le regole. Non siamo, vogliamo sottolinearlo, ai livelli dell’inciucio di dieci anni fa, ma è ovvio che l’intesa sugli sbarramenti tende a privilegiare il bipartitismo, costringendo le altre forze politiche a scegliere di stare da una parte o dall’altra per il timore di … sparire.


Bennucci

Sandro Bennucci

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