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Firenze, festa dell’Unità. La Boschi chiude facendo l’ambasciatrice di Renzi: con l’annuncio di una nuova Leopolda dal 24 al 26 ottobre

Maria Elena Boschi sul palco della festa dell'Unità, alle Cascine
Maria Elena Boschi sul palco della festa dell’Unità, alle Cascine

FIRENZE – Ha chiuso lei, Maria Elena Boschi, la festa dell’Unità alle Cascine. Un privilegio che Matteo Renzi le ha concesso, visto che a Firenze, storicamente, era il leader del partito a portare il verbo nell’ultimo giorno della kermesse politico-gastronomica.Così, alle 21, sul palco centrale, è stata lei, Maria Elena, a discutere del fondamentale tema di sua competenza con il giornalista di turno.

Il dibattito, per la verità, non è stato appassionante, così come non lo è stato tutto il corso degli eventi ospitati in questa settimana nel parco fiorentino. La Boschi ha ribadito la volontà del Governo di arrivare a qualsiasi costo a cambiare il Paese attraverso le riforme istituzionali, come ci ha chiesto l’Europa. anche al recente Ecofin di Milano Proprio per questo, ha aggiunto il ministro, il Governo andrà avanti fino al 2018, per i mille giorni necessari a ultimare le riforme. E ha negato che, dopo l’approvazione della legge elettorale, ci sia l’intenzione di andare al voto. Quanto ai progetti politici fiorentini, ha annunciato che ci sarà una quinta Leopolda dal 24 al 26 ottobre. Mentre i giornalisti, più che sull’argomento del dibattito, hanno fatto domande soprattutto sulle votazioni per l’elezione dei membri del Csm e della Consulta e sul concorso in atto per miss Italia. Ma vediamo esattamente la situazione delle riforme in ponte.

TEMPO – Per le riforme, però, il tempo scorre veloce. Renzi fin dall’inizio ha fissato scadenze precise. Prima una riforma al mese, poi è passato ai 100 giorni delle prime conferenze stampa multimediali, per finire ai 1000 giorni, citati dalla Boschi, che adesso sono stimati necessari per la trasformazione del paese. Come da tempo il boy scout fiorentino promette, senza far seguire alle parole i fatti concreti. Il Ministro per le riforme ha ribadito in sostanza quello che ormai conosciamo a memoria: la riforma del Senato andrà avanti così com’è impostata, ma occorrerà tempo e altre quattro letture in parlamento per la conclusione dell’iter. Inoltre da molti questa non è considerata una riforma utile per rilanciare il nostro paese. Servirà sicuramente a eliminare il bicameralismo perfetto, ma non molto più.

SENATO – C’è anche un diffuso scetticismo nei confronti dell’efficacia dell’azione di senatori non eletti, ma indicati prevalentemente da assemblee regionali (che finora hanno dato pessima prova di sé) e che dovranno fare un doppio lavoro nelle sedi locali e in quella centrale, rischiando di non combinare niente di buono.

GIUSTIZIA – Su questo tema la Boschi è stata molto netta: «E’ l’ora di mettere da parte questa guerriglia incivile e affrontarla di petto per avere una giustizia che funziona. Credo che ci sia la volonta’ di affrontare senza paura il tema della giustizia – ha spiegato – che in questi anni e’ stato
lasciato da parte perche’ si sapeva che avrebbe potuto portare a scontri con magistrati e avvocati e perche’ sarebbe sembrato pro o contro Berlusconi».

P.A. – Il ministro ha sottolineato l’importanza delle riforma, delle linee guida per il riassetto della pubblica amministrazione. Rivolgendo poi una frecciatina all’Ue: noi abbiamo iniziato le riforme, adesso attendiamo i 300 miliardi degli investimenti che Juncker ha promesso.

PROVINCE – La riforma delle province e delle città metropolitane è più avanzata, ma ha sostituito enti che bene o male funzionavano e non erano costosissimi, con altri enti di area vasta, usciti da elezioni di secondo grado, e il cui costo dovrà essere valutato bene, visto che comunque permane il personale delle province sostituite. Nel frattempo invece, grazie alle riforme, il numero dei consiglieri comunali, con le recenti e con le prossime elezioni locali, è aumentato di 25.000 unità. Se si calcola che Renzi ha più volte affermato che il risparmio di Presidenti, Giunte e Consiglieri provinciali sostituiti viene indicato in circa 3.000 unità, il saldo risulta completamente negativo.

ECONOMIA – Gli ultimi dati Istat, l’andamento dei principali fattori economici, la disoccupazione, soprattutto giovanile, in crescita esponenziale sono tutti elementi che non inducono all’ottimismo. E neppure porterà gran beneficio quanto è stato fatto in tema di riduzione dell’Irap e di attribuzione di 80 € ai lavoratori dipendenti, due delle maggiori riforme vantate dall’esecutivo. Infatti le più recenti analisi compiute dagli uffici studi di varie Associazioni di categoria, soprattutto di quelle del commercio, dimostrano che questo regalo è stato completamente inutile per il rilancio dei consumi, anche se è stato prezioso per il Pd di Renzi per raggiungere il 40,6% alle elezioni europee.

Nonostante le spiegazioni della ministra, prima responsabile delle riforme insieme al premier, sicuramente questo dibattito non ha aggiunto gran che in merito alle prospettive dell’Italia. Prendiamo atto di questa situazione e prepariamoci ad affrontare situazioni difficili, a cominciare da quella che presto vedrà opposti Renzi e il ministro Alfano ai sindacati della sicurezza, che per la prima volta nella storia della repubblica hanno minacciato lo sciopero. Non c’è che dire la rottamazione va avanti senza indugi, ma speriamo che alla fine non sia rottamato il Paese.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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