Pensioni, il governo risponde al FMI: non c’è bisogno d’interventi aggiuntivi
ROMA – Abbiamo riferito dell’invito del FMI, presieduto dalla francese Cristine Lagarde, all’Italia d’intervenire per ridurre la spesa delle pensioni, ritenuta eccessiva. Il «no», cortese ma secco dell’Italia, è stato veloce, affidato ad Andrea Montanino, direttore esecutivo indicato da Roma nel Fondo Monetario e il cui posto tra breve potrebbe essere preso da Carlo Cottarelli, commissario alla spending review.
Roma, in sostanza, ha risposto picche. «Non concordiamo con le raccomandazioni secondo cui è necessario uno sforzo aggiuntivo per il consolidamento», ha scritto Montanino in una nota a margine del documento del Fondo. L’analisi dell’Italia va nella direzione opposta a quella di Washington. Un nuovo sforzo fiscale, secondo Roma, indebolirebbe i consumi e la ripresa. Dunque non se ne parla. Il governo «punterà sulla flessibilità garantita dalle regole europee». Per questa volta l’ennesimo attacco alle pensioni è scongiurato, ma è possibile che qualche sprovveduto, dalla visione assai superficiale, presto ritorni alla carica, magari per cercare di salvaguardare privilegi veri, che andrebbero smantellati. A proposito: a nessuno viene l’idea di chiedere allo Stato di riscuotere oltre 400 miliardi di evasione già accertati e ancora non recuperati?