Crisi: gli italiani ora si adattano a mangiare anche cibi scaduti (in barba agli 80 euro di Renzi)

ROMA – Le ultime indagini dell’Istat e di Coldiretti confermano il trend negativo del commercio anche dei generi alimentari di prima necessità. Crescono solo i discount, dove il prezzo scende (ma anche la qualità). E ormai gli italiani si accontentato persino dei prodotti scaduti, pur di risparmiare e non buttare via nulla.
VENDITE – I dati delle vendite erano già calati negli ultimi mesi. Luglio non ha fatto eccezione, segnando un’ulteriore contrazione dello 0,1%. Dall’inizio del 2014 il calo è dell’1,1% e la proiezione annua è di -2,5%. Una vera e propria «emergenza nazionale» per il Codacons: «E’ la dimostrazione che gli italiani sono ormai a dieta forzata. Non hanno nemmeno più le risorse necessarie per acquistare beni primari come il cibo», spiega il presidente Carlo Rienzi.
COLDIRETTI – La ricerca pubblicata dalla Coldiretti (in collaborazione con Ixe) offre un quadro anco più negativo: il 47% delle famiglie taglia sul cibo. La ricerca del risparmio avviene in varie maniere, come ad esempio con la preferenza per prodotti low-cost e sottomarca. Non a caso, dalla crisi che colpisce grande ma soprattutto piccola distribuzione (rispettivamente -1,7% e -4,2%) si salvano solo i discount, che come conseguenza registrano addirittura un saldo positivo dell’1,7%. Ormai sono circa tre milioni le famiglie che li frequentano abitualmente.
Più in generale, gli italiani hanno tagliato tutti gli alimenti che costano di più. Tra i più sacrificati l’ortofrutta (calata del 23%) ed in particolare le varietà più pregiate di carne e pesce.
SCADUTI – Il risultato più sorprendente dell’indagine è sicuramente l’aumento del consumo di prodotti andati a male: secondo il rapporto di “Waste watcher knowledge for Expo”, dall’inizio dell’anno ad otto italiani su dieci è capitato di mangiare del cibo scaduto. Una percentuale in aumento rispetto al 2013, e del 18% anche rispetto ai primi cinque mesi del 2014. Per questo il Codacons attacca il governo: «I dati su vendite e consumi di luglio confermano che il bonus degli 80 euro di Renzi si è rivelato un colossale flop. Nemmeno i saldi estivi sono riusciti ad avere il benché minimo effetto sul commercio», denuncia il numero uno dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi.