Concordia, al processo la Costa si difende: «Basta con le bugie sul timoniere e sulla nave»

GROSSETO – Costa Crociere si difende dalle accuse al processo di Grosseto. E replica punto per punto sul tema delle sue responsabilità, in quanto compagnia di navigazione, per il naufragio della Costa Concordia, il 13 gennaio 2012 all’Isola del Giglio.
Costa rischia di dover pagare grosse cifre a titolo di risarcimento danni ai naufraghi e rischia di subire un grave danno d’immagine da tutta la vicenda. Così oggi 20 ottobre, dopo l’udienza, l’avvocato della compagnia, Marco De Luca, si è fermato a parlare coi giornalisti per precisare quelle che, secondo lui, sono «mistificazioni».
Il riferimento è a recenti ricostruzioni di avvocati e mass media. Alt, quindi, dice De Luca, alle «bugie» sul timoniere indonesiano, che non comprese gli ultimi ordini di Schettino poco prima dell’impatto dello scafo della nave con gli scogli. Alt anche alle insinuazioni su prove in mare (addomesticate?) per ottenere i certificati del Rina. «Sul timoniere – ha affermato De Luca – qualcuno ha detto, improvvisamente, che si trattava di un soggetto che si dedicava alla verniciatura della nave. E che poi è stato messo al timone. Questa è una mistificazione colossale della realtà: sulla Concordia erano imbarcati 10 timonieri, marinai con la specializzazione del timoniere per ricoprire tutta la giornata, turni di otto ore. Evidentemente essendoci 10 persone addette, nel momento in cui non adempivano alla loro funzione, per cui tutti erano certificati, al timone, svolgevano altre operazioni. Niente di scandalistico».
Inoltre il timoniere Rusli Bin «comprendeva bene l’inglese – ha aggiunto De Luca – Prova ne è che è stato lui stesso a chiedere che i due interrogatori resi alle autorità dopo l’incidente fossero condotti inglese senza alcuna incomprensione». Sui due dirigenti di Costa che parlano di come ovviare a una boccola di portaelica, che surriscaldava, per avere il certificato del Rina, De Luca ha detto: «C’è stata una polemica sulle prove in mare che ovviamente riguarda Costa ma come eventuale parte offesa nella consegna non idonea della nave. Costa è il primo soggetto che deve accertarsi che tutte le prove e tutta la funzionalità della nave sia perfetta».
Schettino oggi era assente a Grosseto. È la quinta assenza consecutiva dopo 40 presenze consecutive. Un modo, si fa capire dal suo entourage, perché col tempo si mitighino intorno al processo gli effetti delle polemiche sortite con la sua lezione alla Sapienza, a luglio, e poi rinfocolate dalle dichiarazioni di Domnica Cemortan a settembre. Proprio contro la moldava Schettino ha presentato nei giorni scorsi due denunce: una per diffamazione e una per falsa testimonianza. Al comandante – accusato di abbandono della nave – non sono andate giù le frasi sul presunto elicottero che avrebbe dovuto evacuarlo in pieno naufragio.
