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Immigrazione, ius soli, matrimoni gay: le regole che Renzi non conosce

Il premier Matteo Renzi vuole introdurre lo ius soli per i bambini stranieri nati in Italia che completino un ciclo di studi scolastici di almeno cinque anni. La demagogia di chi sostiene questa linea dimostra la non conoscenza della materia e della legge sulla cittadinanza del 1992, tuttora in vigore, e ritiene, sbagliando, che “ius soli” significhi diventare cittadini dove si nasce. Nella stragrande maggioranza dei paesi europei, invece, si tratta di un diritto che si acquisisce dalla residenza, cioè dal fatto di vivere e risiedere in uno stato per un certo periodo di anni.
REQUISITI – In Europa per diventare cittadini occorre tutta una serie di requisiti, fra cui quello di risiedere nel paese per diversi anni: in Francia cinque, in Germania otto, in Italia dieci e così via. In ogni caso, in nessuno stato europeo la cittadinanza viene concessa ai bambini indipendentemente dalla condizione dei genitori e dalla durata della loro permanenza regolare sul territorio nazionale. Si aggiunga che, se tutti i requisiti sono rispettati, la cittadinanza è concessa al diciottesimo anno di età.
Che senso avrebbe avere bambini italiani per diritto di nascita e genitori che restano stranieri? Perché allora non seguire la strada maestra già prevista dalla legge, magari abbassando ad otto anni il periodo di residenza necessario per la cittadinanza? Fermi restando, ovviamente, gli altri requisiti previsti dalla vigente normativa: conoscenza della lingua italiana, della Costituzione ecc.
LEADER – E’ ancora più grave che alcuni leader dei partiti di centrodestra sposino in modo superficiale questa linea renziana. Così com’è assurdo che la sinistra si scandalizzi per la posizione tenuta dal leader della Lega, Salvini, quando sostiene che “i profughi vanno accolti, i clandestini vanno espulsi”. Ma questa linea è in perfetta sintonia con la nostra Costituzione (art. 10) e con le leggi vigenti. Dunque il PD e la sinistra dovrebbero apprezzare, invece di polemizzare.
Il vero problema dell’integrazione passa fra chi crede nei valori dell’occidente (democrazia, libertà, diritti civili, difesa della tradizione cristiana e illuminista) e chi invece relativizza con una pseudo-cultura questi valori. Noi vogliamo difenderli e rafforzare la nostra identità.
BOLDRINI – Desta anche molto stupore l’atteggiamento della Presidente della Camera, On. Boldrini, che su questi temi evoca continuamente il rispetto delle leggi e dei principi; e invece quando si tratta di matrimoni gay interviene per plaudere all’iniziativa dell’incapace amministratore sindaco di Roma, Marino (bocciato dall’80% dei cittadini della capitale), che in palese violazione delle leggi della Repubblica Italiana vuole registrare i matrimoni gay. Ma l’On. Boldrini dovrebbe sapere che la legge va sempre rispettata e lei, che è la terza carica dello Stato, sapendolo deve invitare sempre e comunque a rispettarla. Perché altrimenti saremmo la “Repubblica delle Banane”, dove ognuno può rispettare le leggi che gli piacciono e non rispettare quelle che non condivide.


Paolo Bartolozzi

già Parlamentare europeo di Forza Italia

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