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Aggressioni e scippi dilagano anche in Toscana. Salviamo le città, i cittadini, il commercio

Gli ultimi fatti di cronaca che hanno posto alla ribalta Viareggio, ma anche altre realtà della Toscana, in una sorta di escalation di fatti che miscelano micro-criminalità, aggressioni, scippi, danneggiamenti alla cosa pubblica, meritano una riflessione approfondita. I cittadini e le imprese non sopportano più questa situazione. Fino a ieri tutto ciò investiva prevalentemente quartieri di grandi città divenuti polveriere di disagio sociale, di spaccio, immigrazione incontrollata luoghi, loro malgrado, brodo di coltura di violenza e di controllo del territorio da parte della criminalità organizzata. In questi giorni i riflettori sono puntati invece su città e aree della nostra regione fino a pochi anni fa tranquille e laboriose, meta di vacanza e di spensieratezza e divertimento, nelle quali ad un processo di graduale abbandono da parte di alcune amministrazioni del governo del territorio si accompagna a una crisi finanziaria, ma soprattutto politica e culturale, che produce sempre di più un su-strato di irresponsabilità e di degrado, d’incuria nell’arredo urbano, pulizia, eccetera.

In interi quartieri, la politica e l’iniziativa pubblica hanno lasciato, progressivamente e colpevolmente, vuoti luoghi nei quali è venuta meno la cultura del rispetto per gli altri e per la cosa pubblica, luoghi ormai in preda a scorribande, bravate, tour alcolici e consumo di droghe, zone dove non è più possibile vivere. Il tessuto sociale delle città, anche in Toscana, è sempre più complesso: ma ai miei occhi risulta incredibile il fatto che molti non riescano a vedere le cause fondamentali del degrado e dell’insicurezza che sta prevalendo. Non è un caso che, in generale, si tratta di luoghi dove le insegne si sono spente e le serrande abbassate e nei quali nonostante l’apprezzabile presenza delle forze dell’ordine (che va rafforzata), restano luoghi di proliferazione di comportamenti individuali o di “branco” non più tollerabili. Realtà nelle quali l’economia, i negozi, locali di ritrovo e di divertimento sono sempre più lasciati soli a fronteggiare una profonda modificazione di costumi e comportamenti.

Viareggio è solo l’ultimo esempio di un fenomeno che riguarda l’Italia intera, dai grossi centri urbani alle città più piccole. A fronte di una società sempre più articolata sul piano dei valori e delle culture è necessario ribadire il concetto del rispetto delle regole del vivere comune da parte di tutti. La sicurezza è percepita dai cittadini come una componente indispensabile della qualità della vita. Voltarsi dall’altra parte e avere un atteggiamento negazionista rispetto alle alle trasformazioni in atto del nostro tessuto sociale ed economico si chiama complicità. Per questo occorre “riabbracciare” il tessuto sociale di questi territori capirne la complessità e costruire il loro rilancio. Occorre infine che il governo ripristini un pieno rispetto del diritto e la certezza della pena.


Massimo Vivoli

Presidente di Confesercenti Toscana

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