UE: anche Prodi diventa euroscettico (è colui che volle portare l’Italia nell’euro…)

ROMA – All’inizio erano uno sparuto gruppetto gli euroscettici che si contrapponevano al mare degli «euroentusiasti». Oggi il partito trasversale contrario all’euro, che ha come capisaldi in Italia Beppe Grillo, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, non solo ha acquisito altri consensi anche in Forza Italia e Sel, ma ha addirittura il conforto di Romano Prodi, uno dei padri dell’euro.
SALVINI – «L’Euro? Sarà inevitabile che si dissolva. A prescindere da me e dalla Lega». Così ha affermato Matteo Salvini l’altro giorno a Salerno. «Avere 18 economie diverse, con 18 regimi fiscali e pensionistici diversi, senza una vera banca comune, non ha senso» ha dichiarato. «Se poi la via d’uscita saranno monete di area, il ritorno a lira, altro, non so, ma so per certo che alle nostre imprese hanno messo nelle tasche delle pietre che impediscono di competere. Quindici anni fa – ha proseguito Salvini – eravamo la quinta potenza economica del mondo, ora ci hanno superato tutti. Gran Bretagna, Ungheria e Polonia stanno crescendo, i 9 Paesi Ocse che stanno crescendo meno nell’Ocse hanno tutti l’Euro».
MELONI – Anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, si è alleata in questa battaglia alla Presidente del Front National: «Con Marine Le Pen condividiamo molte battaglie, a partire dalla lotta contro questo Euro, un marco tedesco travestito».
GRILLO – Completa il trittico Beppe Grillo, cui ha dedicato una citazione anche il quotidiano inglese Guardian: «Anche se l’ipotesi di uscire dall’Euro può sembrare fantasiosa per uno dei membri fondatori, c’è una crescente sensazione che fra non più di 2 anni da oggi Roma sarà nuovamente amministrata dalla propria moneta». E ancora: «Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo si è schierato a favore dell’uscita dall’Euro. Il comico diventato politico sta promuovendo un referendum per uscirne».
SEL – L’adesione a questa Europa è sempre meno entusiastica anche in seno a Forza Italia (che vorrebbe una «ricalibratura» della Bce), mentre Vendola e Sel prendono in seria considerazione l’uscita dall’Euro. L’opzione anti-Euro pare che conquisti proseliti anche nel partito di Renzi: la minoranza Pd che fa capo a Fassina e Cuperlo inizia infatti ad avere un atteggiamento critico nei confronti della moneta unica.
PRODI – Ma la notizia più clamorosa è che, se l’Euro ha stufato i partiti, sembra aver disamorato anche uno dei suoi creatori, uno di quelli che ci ha avviato, insieme a Ciampi e Napolitano, in quest’avventura: Romano Prodi. In Europa «negli ultimi due grandi incontri internazionali tutti hanno accusato l’Europa di danneggiare il mondo. Non c’è nessuna politica europea che rilancia il mercato. L’encefalogramma è piatto, non è successo niente, mentre tutto il mondo si muove velocissimamente». Così l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, durante la presentazione di un libro a Bologna, ha commentato la situazione economica internazionale. Sul suo sito si legge inoltre questa dichiarazione: «Di fronte a una sorta di dottrina astratta tedesca e di alcuni altri paesi si è continuato ad affrontare la crisi raccontando balle, dicendo che era un problema di riforme interne. Non ha senso. Quando manca la domanda si inietta, quando non c’è una politica si fa la politica. Adesso siamo in questa situazione». Secondo il professore «per dare un colpo all’economia in una crisi grande ci vuole una botta grande».
Se anche uno dei fondatori dell’euro si esprime in questo modo vuol dire proprio che la moneta europea non ha prodotto tutti i benefici che le autorità monetarie speravano e anzi l’inaspettata uscita del professore rischia di portare acqua al mulino degli euroscettici.
