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Firenze, strage di piazza Dalmazia: ricordati i senegalesi uccisi. La vedova: «Perdono ma non dimentico»

Strage dei senegalesi, terzo anniversario in piazza Dalmazia
Cerimonia per la strage dei senegalesi: da destra Dario Nardella, Diye Ndiave, Luigi Marroni

FIRENZE – Commemorato oggi il terzo anniversario della strage del 13 dicembre 2011 in piazza Dalmazia, quando due cittadini senegalesi, Modou Samb e Mor Diop, furono uccisi da Gianluca Casseri, estremista di destra, che ferì un terzo senegalese. La strage proseguì al mercato di San Lorenzo, dove Casseri giunse con la sua auto e sparò ad altri due senegalesi ferendoli. E lì, nel parcheggio sotterraneo, l’uomo, braccato dalla polizia, si tolse la vita.

«L’odio e il razzismo producono violenza, e la violenza produce morte», ha sottolineato il sindaco oggi Dario Nardella, che ha presenziato alla cerimonia. Nardella ha indicato «egoismo, odio sociale, indifferenza» come i nemici da combattere, e ha invitato ad «agire affinché la nostra azione di istituzioni e cittadini sia volta a superare queste fragilità».

Alla cerimonia hanno partecipato anche l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Marroni, il console onorario del Senegal a Firenze Eraldo Stefani, la presidente dell’Associazione senegalesi di Firenze e del Circondario, Diye Ndiaye, che è anche assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Scandicci, e la vedova di Samb, Mbengue Ndeye Rockaya.

Presenti inoltre il sindaco di Scandicci Sandro Fallani, rappresentanti del mondo dell’associazionismo, e una nutrita rappresentanza di assessori e consiglieri comunali fiorentini. «Firenze continuerà a essere città dell’accoglienza, dell’apertura, del pluralismo culturale», ha concluso Nardella, sottolineando la necessità di «tenere insieme il valore dell’accoglienza con quello della legalità».

«Il perdono l’ho dato da tempo – ha detto Mbengue Ndeye Rockaya, la vedova di Modou Samb -, perché una musulmana deve sempre saper perdonare, ma non dimentico mai». «Per me questa è una giornata di dolore, e un po’ di rabbia», ha aggiunto, sottolineando la vicinanza delle istituzioni e dei singoli cittadini. La signora vive a Firenze da un anno, dopo essere arrivata per le scorse celebrazioni ottenendo un visto per motivi umanitari; ma mentre i tre uomini feriti nella strage del 13 dicembre 2011 hanno avuto la cittadinanza onoraria, lei è ancora in attesa, e la figlia al momento si trova ancora in Senegal. «Siamo in attesa di avere la cittadinanza per facilitare tutta la procedura», ha spiegato la presidente dell’Associazione senegalesi di Firenze e del Circondario Diye Ndiaye.

Stamani un presidio del Movimento di Lotta per la Casa ha ricordato le vittime della strage. Un corteo di alcune decine di persone si è poi diretto all’edificio di Novoli da cui, alcuni mesi fa, precipitò Raphael, giovane nigeriano, durante un controllo della polizia. Anche nel pomeriggio un corteo antifascista e antirazzista composto da un un centinaio di persone – appartenenti a centri sociali, Partito comunista dei lavoratori, Pmli, Cub – ha sfilato per le vie del centro, partendo da piazza San Lorenzo.

 


Domenico Coviello

Giornalista

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