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Pugilato: Bundu a testa alta, battuto ai punti da Thurman nel mondiale a Las Vegas

Bundu ha tenuto testa al campione americano Thurman per 12 riprese: ha ceduto ai punti
Bundu ha tenuto testa al campione americano Thurman, più giovane di 14 anni, per 12 riprese: ha ceduto ai punti

LAS VEGAS – Ha lottato come un leone per tutte le dodici riprese, Leonard Bundu, prima di arrendersi, ai punti (120 a 107 il verdetto dei giudici), a Keith Thurman nel match valido per il titolo mondiale dei welter ad interim nei lussuosi saloni di Las Vegas. Un sogno infranto: quello di essere il quarto italiano (dopo Primo Carnera, Nino Benvenuti e Gianfranco Rosi) a conquistare la cintura di campione del mondo negli Stati Uniti. Purtroppo un sogno svanito anche per la delusione di quanti hanno fatto le 5 del mattino di questa domenica 14 dicembre al Mandela forum di Firenze per seguire l’incontro sul maxischermo. E non era andato bene nemmono l’incontro precedente di un altro toscano, il livornese Lenny Bottai, opposto a Jermall Charlo  per la semifinale del titolo superwelter IBF. Charlo ha manifestato la sua superiorità sul pur combattivo Bottai.

Ma torniamo a Bundu: ha lottato bene, onorando la boxe, e l’Italia, mostrando grande combattività e una freschezza invidiabile, nonostante i suoi 40 anni, opposti ai 26 dell’americano. Il quale ha vinto solo grazie a una tattica prudente, che gli è costata anche qualche fischio del pubblico che lo avrebbe voluto più aggressivo. In effetti, Thurman era stato descritto come un pugile dalla potenza devastante, picchiatore inarrestabile, e invece, dopo aver fatto vacillare Bundu alla prima ripresa, si è prudentemente messo sulla difensiva. Temeva il corpo a corpo. Dove Bundu è potente. L’americano ha giocato molto sull’altezza, in particolare sulle braccia lunghe, e si è distinto per un gran movimento di gambe, saltellando di qua e di là, sul ring, per tutto il match. Bundu non si è arreso mai. Ha portato alcuni colpi potenti, capaci di segnare un pugile forte e di ben 14 anni più giovane. Nelle ultime tre riprese, spinto dai consigli e dall’affettuoso incitamento del maestro Alessandro Boncinelli, che dalla palestra dell’Accademia pugilistica fiorentina lo ha portato fino allo sfolgorìo di luci di Las Vegas, Bundu ha tentato il tutto per tutto. “Ora o mai più”, ha sussurrato Boncinelli prima dell’inizio del dodicesimo round. Ma Thurman ha dimostrato più testa che pugni tenendo Leonard alla distanza ed evitando quel colpo d’incontro che avrebbe potuto compromettere la sua vittoria.

Finisce qui la bella avventura di Bundu? Probabilmente no. L’anagrafe indubbiamente pesa, 40 anni non sono pochi per un pugile, ma Leonard ha dimostrato una freschezza invidiabile e una capacità di lottare per 12 riprese che può ancora schiudergli le porte, per esempio, del titolo europeo che aveva lasciato vacante e che è stato conquistato da Gianluca Branco. In ogni caso, la sua è stata una fantastica avventura. Nato in Sierra Leone da mamma fiorentina, ha saputo mettere a frutto gli insegnamenti del maestro Boncinelli arrivando al professionismo nel 2005, quindi al titolo europeo e alla notte di Las Vegas. Dalla quale è comunque uscito a testa alta.

 

Bottai, Bundu, Charlo, Pugilato, Thurman


Ernesto Giusti


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