Legge di stabilità: vantaggi a famiglie e lavoratori, penalizzati i fondi pensione
La «manovra» 2015 approvata con la legge di stabilità vale nel complesso circa 32 miliardi. Il Governo ha tenuto a sottolineare che per la prima volta si dispongono riduzioni di tasse, sui redditi più bassi e le imprese che assumono, per circa 18 miliardi.
BENEFICI – I benefici maggiori sono destinati alle famiglie e ai lavoratori con reddito inferiore a 26 mila euro, ma anche le imprese non si possono lamentare.
PENALIZZAZIONI – Decisamente penalizzate invece le pensioni integrative. Restano due grosse incognite: il rischio che comuni e regioni aumentino le tasse (ad esclusione di quelle sulla casa, che restano congelate) e le clausole di salvaguardia, che qualora scattassero in 3 anni porterebbero ad un aggravio totale di 53 miliardi tra Iva e accise.
FAMIGLIE – L’intervento più importante della manovra 2015 è la conferma del bonus Irpef da 80 euro per tutti i redditi sotto i 26mila euro. Questa misura dall’anno prossimo diventa stabile e pertanto dovrebbe essere progressivamente in grado di assolvere alla funzione per cui era stata introdotta, ovvero il rilancio dei consumi. Altri 80 euro/mese arriveranno alle famiglie con Isee inferiore a 25mila euro sotto forma di bonus-bebè per ogni figlio nato o adottato tra l’1.1.2015 ed il 31.12.2017. Sotto i 7 mila euro di Isee famigliare il bonus raddoppia. Solo per il 2015 sono stati poi stanziati 45 milioni per erogare un buono acquisto da 1000 euro a favore delle mamme con almeno 4 figli ed un Isee inferiore a 8500 euro.
LAVORO – Viene confermata la piena deducibilità, ai fini del calcolo dell’Irap, del costo del lavoro per tutti i lavoratori assunti contratto a tempo indeterminato, che col nuovo anno sarà il contratto a tutele crescenti. In più sono stati stanziati 400 milioni aggiuntivi per finanziare gli ammortizzatori sociali e sono stati garantiti due anni di stipendi per tutti i dipendenti delle province in via di ricollocazione.
TFR – I lavoratori dipendenti hanno un’altra possibilità di aumentare il peso della busta paga: farsi anticipare per circa 3 anni la quota destinata al Tfr. Con due avvertenze: queste risorse vengono sottoposte a tassazione ordinaria e non più agevolata ed ovviamente occorre sapere che così si crea un «buco» nell’accantonamento della pensione integrativa o della liquidazione.
IMPRESE – Lo sconto sull’Irap cambia natura: anziché ridurre le aliquote, che retroattivamente vengono riportate dal 3,4 al 3,9%, il governo ha deciso d’introdurre la possibilità di detrarre dal calcolo di questa imposta il costo del lavoro. Quindi al Senato ha corretto questa norma aggiungendo una detrazione fiscale del 10% a favore delle imprese senza dipendenti, per lo più commercianti ed artigiani, un totale di circa 1,4 milioni di attività, che altrimenti sarebbero state penalizzate. A favore delle imprese arriva poi il bonus sulle assunzioni, l’estensione del fondo di garanzia per le Pmi sino a 499 dipendenti, la possibilità di compensare crediti con la Pa e debiti col fisco, il raddoppio dei fondi della legge Sabatini bis che finanzia l’acquisto di beni strumentali.
CASA – Il maxiemendamento del Governo , in attesa del varo della cosiddetta “local tax” destinata a riordinare tutta questa materia, ha congelato la possibilità di aumentare ulteriormente le imposte che gravano sulla casa col cumulo di Tasi e Imu che avrebbe potuto arrivare anche al 6 per mille. In particolare per la Tasi viene confermato il tetto del 2,5 per mille fissato per il 2014.
CANONI – Congelato (a quota 113,5 euro) anche il canone Rai per il quale era stato prospettato l’inserimento in bolletta ed una forte riduzione che poi però il governo non è riuscito a mettere in atto. Sul fronte delle detrazioni confermati sia il credito di imposta per i lavori pari al 50% di recupero abitativo e quello del 65% per interventi di efficentamento energetico, stesso “sconto” anche per gli interventi di prevenzione antisismica.
PENSIONI – Viene stabilito un tetto pari all’80% dello stipendio sugli assegni futuri, compresi quelli in essere, per quei soggetti (magistrati, professori, ecc.) che potendo rimanere al lavoro oltre i 65 anni in assenza di correttivi avrebbero ottenuto pensioni pari al 110-120% del loro stipendio. Cancellate le penalizzazioni per chi anticipa il pensionamento avendo maturato 42 anni di contributi al 31.12.2017 senza però aver compiuto 62 anni di età.
FONDI PENSIONE – Per effetto dell’aumento della tassazione a carico dei fondi pensione (salita dall’11,5 al 20%) e sulle casse di previdenza (il cui prelievo passa dal 20 al 26%), poi in parte temperate da detrazioni fiscali sugli investimenti in infrastrutture, le pensioni integrative future saranno invece più magre. E saranno ancora più ridotte per quei lavoratori che decidono di dirottare in busta paga il Tfr.