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Gli enti inutili sono sempre al loro posto

Matteo renzi
Matteo Renzi

Gli enti inutili o sovradimensionati, che da decenni ogni governo promette di tagliare, o meglio di eliminare, restano sempre in piedi imperterriti e tetragoni a ogni tentativo di soppressione. Anche Matteo Renzi il rottamatore aveva ovviamente deciso di rottamare in via prioritaria questi enti, individuati grazie alle indagini degli anni precedenti, la cui entità e dimensioni sono state meglio precisate dallo studio per la spending review fatto dal Commissario Cottarelli. Ma il tentativo di snellire la macchina amministrativo burocratica a livello centrale e locale è stato finora fallimentare.

PROVINCE – Ne abbiamo parlato più volte, sottolineando come questi enti non siano per niente scomparsi ma siano stati semplicemente trasformati in enti di secondo livello, con scarsi risparmi per la spesa pubblica. Così come le società partecipate, il cui tanto promesso taglio procede a minuscoli passi.

STATO – Ma il progetto complessivo non si limitava solo a qualche intervento specifico, mirato a colpire solo qualche istituzione. Il premier Renzi ha più volte illustrato con slides e conferenze stampa la strategia più ampia del Governo, della quale ricordiamo, a futura memoria, alcuni nodi fondamentali.

Ridefinizione delle prefetture, da 106 a 40, corrispondenti a ciascun capoluogo di regione; altre sarebbero mantenute nelle zone ad alto tasso di criminalità. Il progetto è in fase di rielaborazione (leggi aumento di prefetture superstiti);

Trasformazione dell’Enit, agenzia nazionale del Turismo, che ha novantacinque anni di età e 23 sedi sparse per il mondo;

– Taglio delle sedi provinciali della Ragioneria Generale dello Stato e delle sedi provinciali dell’Istat;

– Razionalizzazione delle 23 Autorità portuali italiane. I loro compiti si sostanziano nella gestione e l`organizzazione di beni e servizi nel contesto portuale. Ognuna di esse comprensiva di presidente, segretario generale, collegio dei revisori dei conti, commissione consuntiva centrale e locale.

Accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile evitando così inutili aggravi burocratici. L’Italia ha il primato di unico Paese nel quale, per essere proprietari e poter circolare, sono necessari due documenti distinti.

– Riorganizzazione delle Autorità indipendenti. Attualmente sette: (Antitrust, Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Autorità per l`energia elettrica, Autorità per i trasporti, garante della privacy, Consob, che si occupa delle quotazioni in borsa, Ivass, ex Isvap, che vigila sulle assicurazioni).

CENSIMENTO – Uno degli obiettivi della riforma della Pubblica Amministrazione era anche quello del «censimento di tutti gli enti pubblici». Che comprendono alcuni vecchi residuati di epoca sabauda e fascista come, per esempio, l`Opera Nazionale Combattenti, ente assistenziale istituito con decreto del 10 dicembre 1917 a seguito della sconfitta di Caporetto.

Stiamo aspettando che il Governo intervenga per l’opportuna falcidia, e speriamo che anche questo non sia uno dei tanti annunci di Renzi, ai quali poi non seguono fatti concreti. Finora quasi niente è stato fatto per ridurre i costi della politica, eliminare le sacche di sprechi, tagliare finanziamenti a gruppi politici consiliari, abbattere il numero di consiglieri, membri di consigli d’amministrazione, enti collegati a comuni, province e regioni che spendono e spandono a piacimento e senza nessun controllo.

Su questi temi l’azione dell’esecutivo è stata carente. Anche nella conferenza stampa di fine anno il premier ha parlato giustamente dei salvataggi dei naufraghi in Adriatico compiuti dalla Marina Militare e dall’Aeronautica, ma non ha poi in fondo illustrato molti dettagli dell’azione del Governo. Si è limitato ad affermare che anche nel 2015 la parola d’ordine doveva essere, come nel 2014, «ritmo», volendo così far intendere ai cittadini di aver impresso un’accelerazione alla politica. Ma i cittadini stanno cominciando a capire la tattica del premier, annunci a ripetizione per distogliere l’attenzione della gente su qualche problema e poi avanti come se niente fosse su altri obiettivi e altri percorsi. I sondaggi infatti ci dicono che la fiducia degli italiani nel ex «boy scout» di Rignano sembra inesorabilmente calare.

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