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Immigrazione: Triton non funziona, l’UE deve correre ai ripari

barcone di migranti
barcone di migranti

Dopo i primi risultati dell’operazione Triton anche agli organismi comunitari appare chiaro che la risposta europea all`emergenza migratoria è insufficiente. Il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, consapevole di questa circostanza, ha dichiarato che la questione deve costituire una delle priorità del suo esecutivo.

COMMISSIONE – Il commissario competente, il greco DimitrisAvramopoulos, sta ponendo le basi dell`Agenda europea per la Migrazione che a Bruxelles promettono sarà presentata «molto presto». Secondo alcune fonti comunitarie l’obiettivo è di arrivare alla presentazione dell’agenda entro la primavera. Si cerca di mettere in campo una strategia “integrata” che si basa su più elementi. Nel programma di lavoro della Commissione per il 2015 presentato a dicembre dallo stesso Juncker, a proposito di «una nuova politica per la migrazione», si spiegava che l’agenda «bilancerà un approccio più equo e responsabile nei confronti dell’immigrazione legale, per fare dell`Ue una destinazione attraente per persone di talento e capacità, con salde misure contro l`immigrazione irregolare e il traffico di persone».

PROGRAMMA – Nel documento si legge inoltre che «migliorare la gestione della migrazione implica il collegamento della nostra politica migratoria con la nostra politica esterna, promuovere una maggiore cooperazione interna ed esterna, offrire protezione alle persone in difficoltà, basandoci sulla responsabilità e la solidarietà e prevenendo eventi tragici come quelli che si ripetono nel Mediterraneo». Ciò significa che la Commissione vuole incanalare e promuovere l’immigrazione verso l`Ue, soprattutto delle persone ad alta qualifica che sempre più mancano all`Europa. Contemporaneamente però si propone di lottare al massimo contro i loschi affari dei trafficanti di uomini. E per far questo i 90 milioni di bilancio di Frontex sono davvero troppo pochi. Occorrono perciò interventi finanziari degli Stati membri.

EASO – L’Ue vuole rafforzare anche l’Easo (EuropeanAsylum Support Office), l’agenzia che si occupa in particolare dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Soprattutto, ed è anche qui il riferimento alla solidarietà, Bruxelles insiste perché tutti gli stati membri accolgano profughi ; nel 2013 il 75% dell`accoglienza ha riguardato appena 5 stati mèmbri, in primis l’Italia. La strategia, infine, prevede in particolare un rafforzamento della cooperazione con gli stati sia di origine che di transito per prevenire i flussi e soprattutto le traversate del Mediterraneo.

Con questo programma complesso l’Unione europea dovrebbe cambiare completamente rotta nelle sue politiche per l’iimigrazione, soprattutto nel delicato settore dell’accoglienza, ma soprattutto dell’assistenza nei paesi di origine, in modo da far sì che i profughi diminuiscano proprio perché non hanno necessità di fuggire dalle guerre e dalla fame.

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