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Il corteo di auto della cancelliera tedesca Angela Merkel verso la Galleria dell'Accademia

Corteo blindato per Frau Merkel nelle vie di Firenze. Poi la corsa a Pisa e il volo verso Berlino

Il corteo di auto della cancelliera tedesca Angela Merkel verso la Galleria dell'Accademia
Il corteo di auto della cancelliera tedesca Angela Merkel verso la Galleria dell’Accademia

FIRENZE – L’aereo di stato della cancelliera tedesca Angela Merkel è decollato da Pisa direzione Berlino poco dopo le 13. Questioni di sicurezza, le dimensioni dell’aereo che solo apparentemente è un normale Airbus di linea (ma in realtà una macchina da guerra), hanno fatto preferire ai tedeschi lo scalo pisano rispetto a quello fiorentino. Tutto si è risolto in una corsa a sirene spiegate del lungo serpentone di auto sulla Fi-Pi-Li, con la staffetta della Polizia Stradale e di tutte gli altri mezzi della sicurezza. Furgone con tiratori scelti compresi.

Il corteo ha lasciato la sede dei vertice italo-tedesco presso la Galleria dell’Accademia di Firenze alle 11.50, in leggero ritardo rispetto al protocollo ed è spuntato all’ingresso dello scalo San Giusto di Pisa intorno alle 13. Inevitabili i rallentamenti al traffico cittadino di Firenze, soprattutto sui viali sia al momento della partenza verso Pisa, che comunque si sono risolti in tempi rapidi. Qualche affanno in più la mattina intorno alle 10 quando piazza San Marco è stata off-limits anche per gli autobus, che hanno subito qualche ritardo ma fortunatamente nessuna deviazione di percorso.

Angela Merkel e Matteo Renzi alla Galleria degli Uffizi
Angela Merkel e Matteo Renzi alla Galleria degli Uffizi

Spostamenti solo in auto per la Cancelliera tedesca, che è rimasta all’Hotel Savoy di piazza della Repubblica fino circa alle 9.40, il tempo di incontrare una rappresentanza di imprenditori tedeschi che operano in Toscana. «Sono ottimisti sull’attuale momento dell’Italia – dirà poi in conferenza stampa la Merkel – e hanno detto che potranno assumere personale». Quindi, giacca celeste e pantaloni scuri, si è infilata nell’auto che l’ha portata in via Ricasoli. Un percorso di alcune centinaia di metri che probabilmente avrebbe preferito fare a piedi, passando davanti al Duomo e al Battistero, ma questi monumenti ha dovuto accontentarsi di vederli attraverso il finestrino blindato della Mercedes nera che apriva il corteo: dietro un furgone con il portellone aperto da dove spuntavano le armi dei tiratori scelti, pronti a balzare a terra al primo allarme e a «coprire» l’auto della premier in caso di attacco.

Nessun bagno di folla per l’ospite tedesco dunque nella fredda mattinata fiorentina, tranne qualche turista davanti all’albergo di piazza della Repubblica stamani come ieri sera all’arrivo intorno alle 19. Da dove, per raggiungere la vicinissima piazza della Signoria, si spostata in auto. Più sentita, come del resto nelle previsioni, la presenza di Matteo Renzi circondato in particolare da quanti dicono di essere «suo amico da sempre» o che «conoscono qualcuno del suo staff». Normale presenza sul carro del vincitore, o almeno far credere di esserci.

E ieri sera, dopo aver salutato la Merkel all’uscita da Palazzo Pitti dopo la visita agli Uffizi e al Corridoio Vasariano, Renzi si concede un caffè nella piazza mentre il corteo di auto sta riportando la cancelliera in albergo. «Sono a Firenze, vi prego – dice da ottimo comunicatore – lasciatemi andare a prendere il caffè…Non vivo mai normale». E intanto qualcuno dalla piazza tenta di urlargli: «Ci faccia un bel presidente della Repubblica, eh…». La frase alla fiorentina arriva al sempre attentissimo Renzi, che garbatamente risponde: «Ci mancava altro che quello, ora si va a letto tranquilli». Ma forse ha equivocato. Il fiorentino gli chiedeva di trovarne uno valido, non di farlo lui. Ma si sa, la mente corre veloce.


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Sandro Addario

Giornalista

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