Grecia, elezioni: i primi exit-poll incoronano Tsipras. Che potrebbe governare anche da solo

ATENE – I greci sono stati chiamati ad eleggere 300 parlamentari con un sistema elettorale combinato tra maggioritario e proporzionale. Il partito che si aggiudica il maggior numero di voti conquista un premio di 50 seggi, ma ha comunque bisogno di almeno 151 parlamentari per formare una maggioranza.
PROIEZIONI – Le urne avrebbero dato, secondo i primi exit poll attendibili, questo responso. La sinistra radicale di Syriza guidata da Alexis Tsipras avrebbe raggiunto tra il 35,5% e il 39,5%, seguita da Nuova Democrazia del premier uscente Antonis Samaras con il 27%, da To Potami (Il fiume, nuova formazione di centro-sinistra nata da un anno) e Alba Dorata (partito di estrema destra) con il 6,4%, Partito comunista con il 5,3%, Partito socialista con il 5%, Indipendenti greci (formazione di destra nata dalla scissione di Nuova Democrazia) con il 3,6 per cento.
DATI – Se questi dati venissero confermati, come probabile, dai risultati definitivi dello spoglio è possibile che Syriza possa raggiungere la maggioranza assoluta per governare da solo (raggiungerebbe fra 148 e 157 seggi). In questo caso il nuovo premier designato, Alexis Tsipras, avrebbe 15 giorni per ottenere la fiducia in Parlamento, che richiede almeno 151 voti. In caso contrario si dovrebbe formare una coalizione di governo. Il presidente della Repubblica dovrebbe chiedere al leader del partito più votato, sempre Alexis Tsipras, di formare un esecutivo entro tre giorni. Se questi non ci riesce, il presidente passerà l’incarico al leader di Nuova Democrazia, ed eventualmente anche al terzo partito, To Potami o Alba Dorata, che avranno sempre a disposizione tre giorni ciascuno. Infatti, considerato il lieve scarto fra il terzo e il quarto partito, nel caso in cui – in base ai risultati definitivi – Alba Dorata scavalcasse To potami, poiché 16 esponenti di Alba Dorata sono alcuni detenuti e altri rinviati a giudizio con l’accusa di organizzazione di banda criminale, il capo dello Stato sarebbe costretto a conferire per telefono l’incarico al fondatore e leader di quest’ultima formazione politica, Nikos Michaloliakos, tuttora detenuto.
GOVERNO – Se nessuno sarà in grado di formare un governo in questo lasso di tempo, il presidente chiederà ai partiti di dar vita a un esecutivo di unità nazionale. Se non sarà realizzabile neppure quest’ipotesi, come del resto è avvenuto nel 2012, i gruppi parlamentari usciti dalle elezioni dovranno formare un governo ad interim per preparare un nuovo voto. Se la politica non riuscirà neppure a far questo, la guida del governo passerà al presidente del Consiglio di Stato o al presidente della Corte suprema che dovranno provvedere a convocare direttamente nuove elezioni. E in questo caso gli scenari, per la Grecia, e di riflesso anche per l’Europa, potrebbero essere devastanti.
