Elezioni regionali, Toscana: l’asse Berlusconi – Salvini scarta Lamioni (Ncd) e sfida Rossi. Ma con chi?

FIRENZE – Riavvicinamento fra Lega e Forza Italia in prospettiva dell’unità del centrodestra. Di questo si è parlato a cena fra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini ad Arcore, nella quale sono stati affrontati a tutto campo temi quali lo sviluppo della politica nazionale e le alleanze alle prossime regionali.
REGIONALI – Intanto è stato trovato subito l’accordo per correre insieme alle regionali di maggio, a cominciare dal Veneto e dalla Liguria. Si tratterà ora di trovare un’intesa sugli uomini, perché se è scontata la ricandidatura di Zaia in Veneto, in Liguria si tratterà di convincere i leghisti a non schierare a tutti i costi un loro uomo.
TOSCANA – Si è parlato anche della Toscana perché la Lega aveva già mostrato perplessità sul nome del candidato espresso da Forza Italia e Ncd, che vorrebbero convergere sul grossetano Gianni Lamioni. Ma Salvini sbarra la porta al Nuovo centrodestra. Ovunque: «Con Ncd, fatta salva l’esperienza di governo nei Comuni e nelle Regioni dove stiamo governando, dove si tornerà al voto non è possibile che il simbolo della Lega Nord sia affiancato a quello di Ncd-Alfano». Dunque torna in alto mare la scelta del candidato Presidente da opporre a Enrico Rossi, dopo che un temporaneo accordo, fra parte di Forza Italia e i centristi sembrava avesse dato il via libera al Presidente della Camera di Commercio di Grosseto. Così non è. Vedremo quali saranno le prossime decisioni, dalle quali finora sembra estranearsi Denis Verdini, considerato responsabile del tradimento renziano del Patto del Nazareno. Salvini e Berlusconi hanno vagheggiato di un candidato giovane, preparato, buon conoscitore dell’apparato regionale. Esiste?
NCD – La Lega non andrà mai con «un partito che ha scelto Renzi in tutta libertà». Neanche in Veneto: «Non posso governare a livello locale con chi, a livello nazionale, si sta fregando i soldi per strade, scuole e ospedali veneti» ha detto il leader del Carroccio. Sono in tutto sette le Regioni chiamate al voto a maggio: oltre a Veneto, Liguria e Toscana, anche Campania, Marche, Umbria e Puglia.
BERLUSCONI – Berlusconi sembra seguire questa linea: all’ex Cavaliere interessava soprattutto ripristinare l’asse in vista della ‘ricostruzione del centrodestra’ a livello nazionale, sulla quale è tornato a battere da giorni. Soprattutto dopo lo strappo sul patto del Nazareno post Quirinale. Il consolidamento di quell’asse comporta la divisione netta da Angelino Alfano e del suo Ncd. Che Berlusconi considera “il partito delle poltrone” ormai consolidato al governo e difficilmente scindibile dai destini di Renzi. “Si sono ridotti a fare da cespuglio al Pd”, avrebbero concordato i due leaders ieri a cena a Villa San Martino.
CAMERA – Da domani dunque sarà possibile verificare se i capigruppo alla Camera di Forza Italia e Lega cercheranno di concordare azioni di disturbo e di opposizione al Governo e di portare avanti proposte di modifica sul titolo V della Costituzione, nell’ambito della riforma all’esame a Montecitorio. «Ci è stato detto – ha aggiunto Salvini – che Fi ha deciso di essere all’opposizione e questo ci riempie di gioia. Ora si può discutere, cosa fino a ieri impensabile: da domani verifichiamo se è una crisi passeggera». Per il segretario della Lega il primo banco di prova sarà il voto sulla riforma costituzionale. «FI, la vediamo in Aula nei prossimi giorni – ha detto -: è chiaro che chi voterà per la ricentralizzazione di tutto nelle mani dello Stato, non potrà pretendere di allearsi con noi».
FREGATO – Se la linea dura terrà, le conseguenze potrebbero essere rilevanti soprattutto nel campo delle riforme istituzionali, per le quali Berlusconi è convinto di essere stato troppo accondiscendente e di essere stato ‘fregato’ da Renzi. L’arbitro imparziale e finora poco loquace, il neo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal suo rifugio nel Colle più alto avrà il suo bel daffare per dipanare la questione.
