Franco Zeffirelli, 92 anni e una missione da compiere. Auguroni Maestro!

Novantadue anni! Il 12 febbraio è la sua festa. Allora auguri dal profondo del cuore – non solo da FirenzePost ma da tutta Firenze – al maestro Franco Zeffirelli. Che ne ha bisogno perché, a un’età in cui quasi tutti si abbandonano in poltrona a rimuginare sul tempo passato, lui che avrebbe una montagna di cose da raccontare, si ritrova ancora con una missione da portare in fondo: regalare a Firenze la sua eccezionale eredità artistica, nel Palazzo di piazza San Firenze, ex tribunale e già ministero della giustizia 150 anni fa, quando questa città recitò per 5 anni il ruolo di capitale d’Italia.
Nonostante che le gambe non lo reggano come un tempo, e che gli acciacchi aumentino le difficoltà, Zeffirelli resta un combattente, uno da prima linea: contro la pachidermica lentezza del comune di Firenze; contro la pignoleria frenante dei burocrati; contro le picche di qualche politico che vorrebbe fare a modo suo. Mi torna in mente una scena del film “Un tè con Mussolini”: quando al giovane attore Baird Wallace, che si avvicinava titubante al sidecar, il maestro, dietro la macchina da presa, lo spronava: “Monta al volo, con piglio deciso. Lui non pensava: si lanciava”. Ecco, diceva “lui”, Franco Zeffirelli, tratteggiando con professionale lucidità il personaggio del copione. Ma avrebbe dovuto dire “io”. Perché il film che stava girando era la sua storia: l’avventura di un figlio illegittimo nato da genitori soltanto amanti e non sposi. Un’avventura affascinante ma al tempo stesso irta di ostacoli e pericoli: a cominciare dal momento in cui, grazie alla meravigliosa educazione delle ladies inglesi che lo avevano allevato, decise di fare la sua parte nella guerra di liberazione al fianco delle truppe scozzesi. Di cui divenne fondamentale interprete. Poi giustamente decorato.
E oggi, mentre festeggia i 92 anni fra decine d’interviste e una maestosa torta di candeline che chi gli vuol bene non gli ha mai fatto mancare, il combattente Zeffirelli continua a lottare. Ancora una volta per qualcosa di straordinario: la Fondazione e la scuola delle arti dello spettacolo che porteranno il suo nome. E soprattutto che renderanno immortale le sue vocazioni, le sue muse: l’opera, il teatro, il cinema. Auguroni indomito Maestro!
