Strage di Viareggio, Diego della Valle e Luca di Montezemolo testi al processo: «Nelle Ferrovie comandava Moretti»

VIAREGGIO – Udienza con testi di primo piano al processo per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009, che causò la morte di 32 persone per l’esplosione di gas gpl fuoriuscito da un carro-cisterna di un treno merci, alla stazione. Oggi 11 marzo hanno deposto in aula, al polo fieristico di Lucca, i soci di Nuovo trasporto ferroviario (Ntv), Diego Della Valle e Luca Cordero di Montezemolo che sono stati ascoltati come testimoni della procura. Come è noto, fra i 33 imputati per la strage di Viareggio c’è anche l’allora amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, oggi amministratore delegato del gruppo Finmeccanica. Proprio sui loro rapporti con Mauro Moretti, sono stati chiamati a rispondere Diego Della Valle e Luca Cordero di Montezemolo, i quali, nella veste di fondatori di Ntv, che fa viaggiare sulla rete ferroviaria italiana i treni Italo, sono stati in diretta concorrenza, da un punto di vista professionale, con Moretti.

MONTEZEMOLO – «Abbiamo verificato che in Ferrovie non si muoveva foglia senza che Moretti non decidesse personalmente», ha detto al processo Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di Ntv. Circa le responsabilità di Moretti per la gestione della sicurezza nelle Ferrovie, Montezemolo ha spiegato di non poter rispondere in termini precisi. E tuttavia ha anche precisato di non avere mai avuto nulla «contro la persona, che considero di grande competenza». I problemi con le Fs sono sempre stati «nell’assetto dell’impresa e nella mancanza di concorrenza». «Fin dal primo giorno abbiamo avuto la sensazione che ci fosse in atto un’azione da parte di Fs per portare la nostra azienda a non sopravvivere – ha proseguito l’ex presidente della Ferrari -. Abbiamo avuto grossissime azioni di disturbo, ostruzionismo se non di più».

DELLA VALLE – «Era chiarissimo che lui, Moretti, era in prima persona l’uomo che guidava l’operazione anche anti-Ntv», ha detto Diego Della Valle. «È un uomo che controllava la vita di Fs nella sua completezza – ha aggiunto il patron di Tod’s – e non era d’accordo che nascesse un altro interlocutore ferroviario, e ha tentato come ha potuto di sbarrargli la strada». «Ho incontrato Moretti perché c’erano crescenti tensioni fra Ntv e Fs – ha poi raccontato più in dettaglio Della Valle -. Non capivo come una persona che era stipendiata da noi italiani potesse pensare di andare per la sua strada senza rendersi conto di cosa fosse utile al Paese e ai viaggiatori. Ho visto un uomo, anche in buonafede, che era intransigente sul fatto che le Ferrovie erano lui e per altri non ci sarebbe stato spazio».
L’INCONTRO COI FAMILIARI – Al loro arrivo in tribunale a Lucca, stamani, la portavoce dei familiari delle vittime della strage di Viareggio, Daniela Rombi, presidente dell’associazione «Il mondo che vorrei», ha avvicinato Della Valle e Montezemolo e ha scambiato qualche parola con quest’ultimo. «Mi raccomando… la verità», gli ha detto. «Questo è poco ma è sicuro», le ha risposto Montezemolo. Dal canto suo Diego Della Valle si è soffermato a guardare gli striscioni con la richiesta di verità e giustizia. In aula, nelle prime file delle sedie del pubblico erano state posizionate magliette con le foto delle vittime. Montezemolo ha avuto inoltre un lungo colloquio con Luciana Beretti, che nella strage di Viareggio perse il figlio Federico. Poi ha accettato di indossare la spilla dell’associazione «Il Mondo che vorrei», è stata indossata, in aula, anche da Diego Della Valle. «Posso solo esprimere il mio dispiacere e la mia vicinanza ai familiari delle vittime, anche se serve a poco», ha dichiarato infine Luca Cordero di Montezemolo, all’uscita dalla sua deposizione al processo sulla strage.
LA REPLICA DI MORETTI – A stretto giro – tramite il suo avvocato difensore Armando D’Apote -, è arrivata la piccata replica dell’ex ad di Fs, Mauro Moretti, alle accuse rivoltegli da Montezemolo e Della Valle. «È sacrosanta e fisiologica la preoccupazione di Fs» all’arrivo di Ntv, «non solo per l’ingresso di un gestore francese», socio di Italo, «ma anche nell’interesse del Paese. Ricordo che in Inghilterra la liberalizzazione ferroviaria ha creato disastri», ha detto l’avvocato D’Apote. La preoccupazione di Fs era legata anche «alla sicurezza del trasporto passeggeri gestita da una società che non aveva l’esperienza della Ferrovie dello Stato, che garantisce sicurezza sia alle merci sia alle persone». «Quella di oggi – ha sostenuto il difensore di Moretti – è stata un’udienza irrilevante per gli argomenti del processo». Poi ha chiosato sul «metodo Moretti», terminologia usata da Della Valle e Montezemolo nel corso delle loro testimonianze. «Il ‘metodo Moretti’ è quello di chi ha le idee chiare, di chi ha risanato Ferrovie con una visione societaria e industriale chiara», ha detto D’Apote. Che ha infine rincarato la dose con un certo sarcasmo: «Anche in Tod’s non si muove foglia che Della Valle non voglia – ha ribattuto l’avvocato di Moretti – In Ferrari forse l’incombenza di Montezemolo era più debole, ma adesso non si muove foglia che Marchionne non voglia». Fuori dall’aula, l’avvocato D’Apote si è intrattenuto con una familiare delle vittime, che gli ricordava «i morti e i feriti causati dalla strage». Il legale ha esposto le posizioni di Fs e al momento del congedo le ha detto: «Sono disponibile al confronto, quando volete, è un vostro diritto».
