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Tasse: Renzi ha fatto alzare di un miliardo quelle sulla casa

Si aspetta che le quotazioni immobiliari scendano ancora
tasse sugli immobili

Dal 2011 le imposte locali sulla casa sono triplicate e con il governo Renzi sono cresciute di 1 miliardo. A smentire le reiterate dichiarazioni del premier sull’invarianza di pressione fiscale sugli immobili, è la Confedilizia.

CONFEDILIZIA – L’associazione dei proprietari ha fatto lo screening degli ultimi tre anni ed è emerso che la tassazione è quasi triplicata, con picchi del 291% per effetto del mix Imu-Tasi. E dire che al momento dell’introduzione della Tasi il governo aveva assicurato che l’imposizione non sarebbe cresciuta. Con questi presupposti c’è da temere che l’arrivo della local tax previsto per il 2016 si trasformi nell’ennesima occasione per alzare le imposte sul mattone. Una preoccupazione che trova giustificazione non solo in quanto è successo finora ma soprattutto nell’esigenza degli enti locali di far cassa se saranno confermati i tagli ai trasferimenti. La Confedilizia ricorda che in 4 anni la tassazione sugli immobili è passata dai 9 miliardi dell’Ici 2011 ai 25 miliardi sborsati per Imu e Tasi nel 2014. Un carico fiscale che con il governo Renzi è cresciuto di oltre 1 miliardo rispetto all’Imu 2012 del governo Monti. Il costo per i proprietari, in questi triennio, è stato di 69 miliardi di imposte di natura patrimoniale, circa 15-16 miliardi in più l’anno, il 50% in più rispetto all’entità dello sgravio degli 80 euro.

IMU – Nel 2012, si ricorda nel dossier, per l’Imu si sono pagati 23,8 miliardi, diventati 20,4 con il governo Letta nel 2013 tra Imu e mini-Imu, e lievitati fino a 25 miliardi del combinato Imu-Tasi pagati nel 2014 con il governo Renzi. A rimetterci di più sono stati peraltro i proprietari che hanno scelto di affittare i propri immobili a canone calmierato, trovandosi a pagare fino al 291% in più.

IMMOBILI – Un esempio: nel caso di immobile con rendita catastale di 1.000 euro, si è così passati dai 483 euro di Ici del 2011 a 1.889 euro di Imu e Tasi, con un aggravio di circa 1.400 euro. E non va molto meglio a chi affitta a canone libero, il classico 4+4, che si è trovato a pagare lo scorso anno gli stessi 1.889 euro, partendo però dai 735 euro di Ici 2011. Aumenti «sconcertanti» osserva Confedilizia, vista la funzione «sociale» in particolare dei contratti a canone concordato.

NEGOZI – Il fisco oneroso non risparmia gli affitti di immobili non abitativi, come un negozi e uffici per i quali le imposte, statali e locali (ben sette), raggiungono un livello tale da erodere fino all’80% del canone di locazione. Percentuale che arriva a sfiorare il 100% se alle tasse si aggiungono le spese (di manutenzione, assicurative) alle quali il proprietario-locatore deve comunque far fronte (senza considerare il rischio morosità).

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