
Province: sarà disponibile on line l’elenco dei dipendenti messi in mobilità

ROMA – Il Governo, ignorando i ritardi delle Regioni, causa del rallentamento delle procedure per la riallocazione del personale delle province, procede spedito e ha dato il via all`uso dell`applicazione informatica con la quale le amministrazioni interessate sono tenute a rendere disponibile l`elenco dei dipendenti da mettere in mobilità.
DECRETO – Adesso manca soltanto l’ultimo passaggio che l`esecutivo si è impegnato a completare quanto prima, procedendo all’emanazione del decreto ministeriale che conterrà i criteri per la ricollocazione dei lavoratori in mobilità. All`inizio del mese invece erano state consegnate ai sindacati le tabelle di equiparazione, ovvero le corrispondenze in base alla retribuzione tra i livelli di carriera di settori pubblici diversi: dovrebbero essere utilizzate per fare in modo che il trasferimento da un comparto all’altro avvenga a parità di stipendio.
MINISTERO – Le varie amministrazioni provinciali potranno iniziare a indicare nome e cognome di coloro che non ritengono più necessari sul sito www.mobilita.gov.it che – secondo la dicitura inserita – «consente a ciascun ente di area vasta l`inserimento dei dati relativi al personale individuato quale destinatario della ricollocazione mediante procedure di mobilità». Gli elenchi dei dipendenti in esubero avrebbero già dovuti esser compilato entro lo scorso 31 marzo, scadenza che però non è stata rispettata.
PERCORSI – Cosa accadrà ai lavoratori in mobilità? Per loro i percorsi possibili sono quattro. Coloro che hanno un’età sufficientemente avanzata potranno essere avviati al pensionamento, anche anticipato in base ai requisiti in vigore prima della legge Fomero. Ci sono poi i dipendenti attualmente impegnati nei servizi per l`impiego, che dovrebbero essere assorbiti dalla nuova Agenzia nazionale, anche se il punto è ancora oggetto di discussione con le Regioni. Quindi i componenti della polizia provinciale, il cui destino è legato al riordino dei corpi di polizia, in via di definizione nell`ambito della legge delega di riforma della Pubblica amministrazione. Secondo l’ultimo ordine del giorno approvato dovrebbero confluire nella Forestale, che a sua volta verrebbe assorbita dalla Polizia di Stato. Infine restano i dipendenti che dovrebbero effettivamente essere trasferiti, poco meno della metà dei 20 mila complessivamente interessati dal processo di mobilità.
TRASFERIMENTI – Il futuro di queste persone dipende però in buona parte dalle scelte delle Regioni, chiamate a decidere con proprie leggi quali funzioni in precedenza gestite dalle Province intendano assorbire. Ma solo una parte finora ha provveduto. Sullo sfondo c`è quella che il governo ha sempre descritto come un’eventualità del tutto teorica, o addirittura inesistente: la perdita del posto di lavoro nel 2018, dopo i due anni previsti per questa procedura di ricollocamento e altri due di formale messa in mobilità, secondo quanto previsto dalla legge del 2001. Ma in Italia, si sa, mai nessuno ha perso il posto nel pubblico impiego.
