Skip to main content

Pensioni e statali: il duello di Renzi con la Consulta e i sindacati è solo all’inizio

corte_costituzionale
La Corte_Costituzionale

Il Governo è stato messo nei guai dalla sentenza della Corte costituzionale sulle pensioni, ma altre nubi nere si addensano sul capo di Renzi per le cause che sono in trattazione e che andranno a sentenza da parte della Consulta prossimamente. In programma ci sono infatti richieste di dipendenti statali, di contribuenti contro Equitalia e di pensionati cosiddetti d’oro che potrebbero comportare per le casse pubblico un altro bell’esborso di circa  15 miliardi.

RICORSI – Infatti sono state impugnate le misure, adottate anche da governi precedenti, sul blocco degli stipendi degli statali e sul nuovo contributo di solidarietà imposto dal governo Letta alle pensioni superiori ai 90.000 euro lordi.  Si tratta di un balzello ripresentato dopo che la stessa Corte aveva dichiarato incostituzionale un prelievo molto simile del governo Monti. E come dicevano i latini errare è umano, perseverare diabolico. Si parla di poche decine di milioni di euro, vista la platea non enorme di soggetti interessati, ma è in ballo il rispetto della Costituzione e dei diritti acquisiti, fondamento della nostra società. Già adesso il premier sta cercando di far strame della recente sentenza della Corte costituzionale in nome della ragion di stato, ma soprattutto di partito. Il silente Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la stessa Corte e la magistratura, investita della questione dagli interessati i cui diritti vengono lesi vergognosamente, dovrebbero intervenire, sarebbe un loro preciso dovere.

BOERI – Per la prima volta anche il presidente dell’Inps, Tito Boeri, si pronuncia in merito alla sentenza della Consulta, dimostrandosi, insospettabilmente, di avviso contrario rispetto al premier.  Durante l’audizione nella commissione di vigilanza sull’Anagrafe tributaria Boeri ha affermato: ”Le sentenze vanno unicamente eseguite. Adesso si deve fare una scelta di politica economica molto difficile, ma che non compete all’Inps che ha aspetti subordinati molto importanti”. Boeri ha parlato di “oneri sopportabili per l’Istituto”, specificando che “bisogna decidere se l’importo grava sui pensionati o sui contribuenti. È chiaro che ci saranno effetti redistributivi molto rilevanti; mi auguro che verranno fatte scelte motivate e improntate alla ricerca dell’equità.”

STATALI – Il ministro Madia spera che la Consulta non farà con il blocco dei contratti degli statali il bis delle pensioni. Gli stessi giudici, ricorda del resto la ministra, avevano già detto che la misura era consentita purché fosse «temporanea» ed avesse una destinazione «solidaristica». Insomma, il governo spera che la Corte dimentichi che i salari degli statali sono fermi da 5 anni e metta sul piatto della bilancia il fatto che i soldi risparmiati sugli stipendi pubblici sono in qualche modo ritornati nelle tasche dei più bisognosi sotto forma di bonus da 80 euro. Ma si tratta di un accostamento specioso e infondato. Tra arretrati e adeguamenti sarebbero in ballo  12 miliardi.

ROBIN TAX – Il Governo ricorda che nel passato non troppo remoto i supremi giudici avevano bocciato la Robin Tax di Tremonti, una tassa pensata dall`allora ministro dell`Economia per togliere ai ricchi (le società energetiche) per dare qualcosa ai poveri tramite le social card, con notevoli benefici per il bilancio pubblico. Dopo sette anni dalla sua entrata in vigore, la Consulta ha deciso che il prelievo era contro la Costituzione, ma senza stabilire la restituzione dei soldi alle imprese.  In quel caso la Corte ha deciso che una restituzione così massiccia sarebbe stata contraria all`articolo 81 della Carta, quello introdotto con il Fiscal Compact, che stabilisce l`equilibrio tra le spese e le entrate. Ma ovviamente non ha fatto altrettanto quando si è trattato di pensionati, né dovrebbe farlo quando si tratterà di diritti dei lavoratori.

EQUITALIA – Fra le varie cause presentate alla Consulta, oltre a quelle citate, ce n`è anche una che riguarda la legittimità da parte di Equitalia di prelevare dalle cartelle esattoriali un aggio dell`8%. Una misura che se bocciata causerebbe un buco di 3 miliardi. Nella prossima legge di stabilità dunque Renzi e Padoan probabilmente dovranno ricorrere a una manovra lacrime e sangue per far fronte anche a queste situazioni, se vogliono rispettare i vincoli europei. Come si comporteranno? Sceglieranno la via più facile sacrificando sempre la casa, i pensionati e i dipendenti a reddito fisso o riusciranno a disboscare i vergognosi sprechi e costi della politica, ai quali il boy scout di Firenze non ha ancora messo mano, visto che occorre trovare linfa per le sue schiere di accoliti. Le prossime elezioni regionali, per le quali è andata in fumo la speranza di Renzi di utilizzare il tesoretto come fece per gli 80 euro l’anno scorso, potranno già darci un’indicazione sull’indirizzo degli elettori nei confronti del partito egemone. E del suo conducator.

corte costituzionale, Dipendenti statali, Governo Renzi, pensioni


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741