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Firenze: Salvini nel capannone occupato dai nomadi. Il proprietario: «E io devo pagare l’Imu»

Salvini nel capannone occupato abusivamente a Peretola (foto Giacomo Morini)
Salvini nel capannone occupato abusivamente a Peretola (foto Giacomo Morini)

FIRENZE – «Perché dare una casa ai Rom quando ci sono i fiorentini sfrattati?» Parola di Matteo Salvini. leader della Lega Nord oggi 28 maggio in transito a Firenze. Battuta elettorale che però fa effetto sui sostenitori arrivati ad applaudirlo nei pressi di un ex capannone industriale in via della Cupola a Peretola, ai margini dell’autostrada A11. Occupato abusivamente da una ventina di romeni (sembra non di etnia Rom), che però oggi erano letteralmente scomparsi: «Autosgombero? – ironizza Salvini – ecco, visitiamo tre volte la settimana un’area occupata. Così il problema abusivismo si risolve da sé».

Non è un campo nomadi qualsiasi quello di via della Cupola. Visibilissimo dall’autostrada per chi arriva a Firenze, di fronte all’aeroporto di Peretola. Non male come biglietto da visita per la città. È venuto alla ribalta di recente, anche perché il proprietario dell’area – dove un tempo c’era un rimessaggio di barche – ha chiamato il leader della Lega per denunciare di essere costretto a pagare l’Imu dal comune di Firenze, ma di non poter disporre dell’immobile perché occupato.

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Letteralmente «assediato» da giornalisti e cineoperatori, Salvini fa il giro del capannone (tra resti di materassi e stanzette ricavate all’interno) accompagnato dal candidato alla presidenza della Regione per la Lega Nord, Claudio Borghi, da Giovanni Donzelli, consigliere regionale uscente di Fratelli d’Italia e da Jacopo Alberti, capolista a Firenze.

«È arrivato con la ruspa? » gli chiede qualcuno? «La ruspa è in cabina elettorale domenica – risponde – e poi quando torneremo al governo daremo qualche mese di preavviso e poi daremo lo sfratto esecutivo, senza se e senza ma, a migliaia di Rom. I campi Rom in Europa non ci sono e continuo a pensare che sia un errore il fatto che certe persone vivano nei campi senza pagare niente».

Applausi, foto ricordo, una ruspa giocattolo in regalo prima di salire in macchina, in direzione Siena e poi Arezzo. La giornata elettorale è ancora lunga.

 


Sandro Addario

Giornalista

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