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Immigrazione: in Toscana e Veneto anche i sindaci Pd contro l’accoglienza indiscriminata

Felice Casson
Felice Casson, senatore veneto del Pd

ROMA – La questione migranti, esplosa per la ribellione dei tre Governatori di centro destra delle regioni del Nord (Veneto, Lombardia, Liguria), sembra adesso coinvolgere, in senso restrittivo e difensivo, meno buonista, anche alcuni sindaci del Pd di due regioni significative, la Toscana e il Veneto, ma si propagherà sicuramente anche ad altre zone.

FIRENZE – La prefettura di Firenze ha annunciato una «manifestazione di interesse» per maxistrutture private, una misura che sembra annunciare la fine dell`esperimento che così bene aveva funzionato quattro anni fa, l`accoglienza diffusa di trenta persone al massimo nei piccoli Comuni. La scorsa settimana, davanti alla notizia dei nuovi sbarchi e alle difficoltà opposte da molti comuni, il prefetto di Pisa aveva lanciato un bando rivolto a «soggetti diversi dalle istituzioni» per trovare altri trecento posti letto. Un segnale preciso che la collaborazione istituzionale diventa sempre più difficoltosa e che non molti sindaci della provincia hanno dato la loro disponibilità a fornire palestre e altri edifici da destinare al soccorso umanitario.

TOSCANA – I municipi costieri della Versilia hanno invocato la forza maggiore del turismo, altri giustificano il diniego col pericolo di tensioni sociali, come hanno fatto tra gli altri i sindaci pd di Camaiore e Grosseto. Anche Forte dei Marmi, guidato dal democratico Umberto Buratti, che divenne celebre a causa delle grate antìambulanti messe davanti alle spiagge, non ha offerto alcuna collaborazione. Secondo i dati della Regione 180 sindaci su un totale di 270 sono «riluttanti». Chissà se i poteri speciali invocati dal Presidente Enrico Rossi, da sempre fautore di un buonismo verso immigrati e zingari, basteranno a mutare questo andazzo.

VENETO – Ma anche nel Veneto l’opposizione all’immigrazione selvaggia sta contagiando i sindaci Pd. «Questa città ha già dato tanto, ma ora si rischiano tensioni sociali», lo afferma Felice Casson, senatore del Pd, esponente della minoranza di sinistra dei democratici, candidato sindaco di Venezia. Domenica si vota, l`esito è incerto e ci sono pur sempre gli elettori moderati a fare da classico ago della bilancia. Achille Variati, sindaco di Vicenza, non ha problemi elettorali, ma rivela di non collaborare più sul tema con la prefettura da almeno due anni. «Arriva chi lavora, via i delinquenti, vanno distinte le mele buone dalle mele marce, lo Stato non può mandare gente che un mese dopo l`arrivo si mette a rubare, spacciare, rapinare le anziane delle collanine d`oro».

CACCIARI – Sempre dal Veneto infine parte una dura critica alla politica di Renzi sull’immigrazione, non da un leghista sporco e cattivo (come dice Salvini), ma da Massimo Cacciari, ex sindaco Pd di Venezia. Le proposte del premier e del suo partito, per Cacciari, sono inefficaci e strumentali. Come quella di allentare il patto di stabilità per i Comuni che accolgono più immigrati. Sono solo “chiacchiere ideologiche”, per di più neanche credibili dopo lo scandalo romano: “con Mafia Capitale personaggi del centrosinistra e del centrodestra si spartiscono affari sulla pelle degli immigrati con i soldi destinati all’accoglienza.”

RENZI E L’EUROPA – Si tratta di una bella gatta da pelare per Matteo Renzi, che non riesce proprio a farsi ascoltare e a convincere i partners europei a realizzare una più equa distribuzione fra tutti i Paesi. Ma del resto lo scarso peso del Governo italiano a livello europeo è testimoniato non soltanto dai risultati quasi nulli del semestre di presidenza, ma soprattutto dalla circostanza che recenti riunioni ristrette per decidere i comportamenti da seguire su importanti temi (Putin, Grecia) hanno visto la partecipazione di Ue, Fmi e, tra i leaders, soltanto di Angela Merkel e di François Hollande. Con buona pace delle esternazioni a petto gonfio di Renzi.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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