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Pubblica amministrazione: Prefetti, diplomatici, magistrati e militari esclusi dal ruolo unico dei dirigenti

Marianna Madia
Marianna Madia

ROMA – Prefetti, magistrati e militari (oltre ai diplomatici) fuori dal ruolo unico dei dirigenti. Anche i prefetti non entreranno nel ruolo unico, il Ministro Marianna Madia ha ribadito l’orientamento del governo di tenere “fuori dal ruolo unico della dirigenza tutte le carriere speciali”,  uscendo dai lavori della commissione Affari costituzionali della Camera sulla delega per la pubblica amministrazione. “L’articolo 7 lo faremo la prossima settimana e siamo orientati in quella direzione – ha detto Madia sull’emendamento del relatore che ‘salva’ la carriera prefettizia – cioè di tenere fuori tutte le carriere speciali”. Restavano fuori militari e magistrati e “in Senato avevamo tolto anche i diplomatici, a questo punto per semplificare direi che andiamo verso l’uscita dei prefetti”.

EMENDAMENTI – Il pacchetto di emendamenti presentati dal relatore, Ernesto Carbone (Pd) in commissione affari costituzionali alla camera, prevede anche più tempo per il governo per emanare i decreti legislativi per il riordino della disciplina in materia di lavoro alle dipendenze delle p.a. Il termine passa da 12 a 18 mesi. Per la mobilità dei dirigenti medici e sanitari non sarà necessario il previo assenso delle amministrazioni di appartenenza.

PARTECIPATE – La commissione ha dato inoltre il via libera a un altro emendamento che introduce esplicitamente il termine «riduzione» nell’articolo 14 che punta al riordino delle partecipate. «Il governo ridurrà drasticamente il numero delle partecipate», ha spiegato il ministro della funzione pubblica, Marianna Madia. «L’impianto dell’articolo rimane lo stesso», ha precisato Madia, «ed è quello di fare due cose: semplificare la normativa in modo che non cambi di anno in anno e quindi diventi un punto fermo per gli amministratori e poi ridurre drasticamente le partecipate distinguendo tra partecipate strumentali e partecipate che danno direttamente servizi ai cittadini. Se una partecipata offre servizi ai cittadini vuoi dire che serve, altrimenti le partecipate non sono ammortizzatori sociali».

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