Terrorismo: massima allerta anche in Italia e occhio ai lupi solitari
I nuovi attentati alle porte di casa (Lione, Tunisia) riportano l’allerta terrorismo ai massimi livelli. Dal Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale è partita subito una circolare diretta a prefetti e questori, nella quale si ribadisce che il livello di sorveglianza degli obiettivi sensibili deve essere il più alto possibile. Verrà rifinanziata anche la presenza dell`esercito nelle città più importanti. Sono 4800 gli uomini dell`esercito impiegati nell’operazione strade sicure (3000) e in quella di perlustrazioni e pattugliamenti (1800).
ALFANO – La conferma di un’attenzione altissima viene direttamente dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «Abbiamo innalzatele misure di allerta contro le ipotesi di attentato nel nostro Paese – afferma – Vinceremo solo se non ci faremo condizionare dalla paura e faremo tutto quello che nelle democrazie si può fare per sconfiggere le paure. È un giorno non bello – aggiunge e ho il dovere di ricordare i tre attentati in Kuwait, Francia e Tunisia con decine e decine di morti, tre luoghi di questo nostro pianeta e un unico filo quello della violenza e del terrore. Purtroppo, però, non c`è alcun paese a rischio zero, e per questo abbiamo elevato l`attenzione sugli obiettivi sensibili».
JIHAD – Gli attacchi del terrorismo jihadista non hanno colto di sorpresa i nostri apparati di intelligence e di sicurezza: Sono una conferma del momento particolarmente delicato. Ma nello stesso tempo gli attentati di queste ore hanno determinato un meccanismo di allerta più elevato. Cioè di maggiori controlli sul territorio, più mirati anche a nuovi possibili obiettivi. «Il rischio – spiegano al Viminale – è che le stragi francese e tunisina possano determinare gesti emulativi». Insomma, lo scenario non cambia. Eravamo a rischio prima e lo siamo adesso. Prima Parigi, poi il Bardo a Tunisi. E adesso Lione e di nuovo Tunisia.
INTELLIGENCE – La scelta di un piccolo centro a trenta chilometri da Lione, una località periferica che non si concilia con le aspettative di attentati in occasione di grandi eventi costituisce, secondo l’intelligence « il segnale che possono colpire ovunque perché sono ovunque. Lione segna la novità della prima decapitazione in Europa». Gli attentati di Lione e della Tunisia inoltre sono avvenuti a pochi giorni di distanza dall’appello del portavoce dello Stato islamico che ha invitato alla jihad e al martirio nel mese del Ramadan, iniziato il 18 giugno». Il portavoce Abu Mohammed al-Adnani era stato chiarissimo: «II gesto migliore per avvicinarvi a Dio è la jihad. Quindi sbrigatevi a farlo durantequesto mese e siate pronti al martirio».
LUPI SOLITARI – In questo quadro particolare attenzione deve essere rivolta all’attività dei cd.”lupi solitari”, cioè quegli jihadisti presenti nel nostri Paese che potrebbero agire all’improvviso e compiere attentati anche devastanti. Su circa 400 «lupi solitari», persone considerate potenzialmente «a rischio» perché legate a posizioni dell’Islam radicale, le forze di polizia ne hanno individuati 85. Dai controlli finora eseguiti sulla vita di questi soggetti, infatti, sono stati selezionati quei profili che destano particolari sospetti. Si tratta in prevalenza di persone che frequentano siti di propaganda jihadista. Finora i nostri servizi e le nostre forze dell’ordine hanno controllato questi soggetti, ma c’è il rischio che, com’è successo in Francia, i lupi si trasformino in cellule. Tanto che il vicepresidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) Giuseppe Esposito afferma: «Gli attentati dimostrano che i vecchi lupi solitari stanno cambiando il pelo diventando delle cellule impazzite che perpetrano ormai azioni la cui finalità è proprio la violenza stessa».
VIGILANZA – Le nostre Autorità mantengono dunque, giustamente, una soglia di vigilanza altissima. Nessuno ormai può dichiararsi immune da atti di terrorismo e – nonostante le dichiarazioni contrarie di politici buonisti, uomini di Chiesa e associazioni interessate – è possibile che fra le migliaia d’ingressi che avvengono giornalmente nel nostro Paese, non tanto sui barconi quanto attraverso tutte le nostre frontiere di terra, di mare e di aria, possano celarsi potenziali terroristi.