
# la buona scuola di Renzi ora è legge. Il premier esulta su twitter. Ma protestano tutti

Dopo un lungo dibattito, discussioni, polemiche durate dieci mesi, due passaggi alla Camera ed uno al Senato, Montecitorio ha dato il via libera alla Buona Scuola del governo Renzi con 277 si, 173 no e 4 astenuti. Matteo Renzi esulta via Twitter: “Centomila assunzioni, più merito, più autonomia. #labuonascuola è legge”.
Cerchiamo di evidenziare le principali novità che da settembre interesseranno e condizioneranno l’esistenza di studenti, professori, presidi e genitori di tutt’Italia.
Assunzioni – Confermate oltre 100 mila assunzioni, ma a settembre entreranno solo i professori necessari per coprire i posti disponibili e vacanti. Tutti gli altri verranno assunti nel corso dell’anno con decorrenza giuridica dal primo settembre 2015, ma con lo stipendio dall’effettiva presa di servizio. Per il prossimo anno scolastico varranno le vecchie regole, dal 2016 le nomine avverranno per chiamata dei dirigenti. I docenti non verranno confermati solo se cambierà il piano dell’offerta formativa. In futuro si diventerà insegnanti di ruolo solo attraverso i concorsi che verranno banditi su base regionale. Secondo il governo ogni scuola potrà disporre di circa 6 insegnanti in più per potenziare le attività formative (per un totale di circa 50 mila docenti distribuiti in 8500 istituti). «In realtà – sottolinea Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda insegnanti – non ci sarà alcun potenziamento dell’organico, perché i posti coperti saranno soltanto quelli delle supplenze. Nel prossimo anno scolastico, comunque vada, avremo circa 60 mila cattedre senza insegnanti di ruolo».
Autonomia – Entro il mese di ottobre che precede ogni triennio, i collegi dei docenti elaboreranno il Piano triennale dell’autonomia sulla base degli indirizzi delineati dal dirigente.
Presidi – Si tratta di uno dei passaggi più contestati. Avranno il potere di valutare i neoimmessi in ruolo insieme con il Comitato di valutazione, e di premiare i docenti migliori sulla base di criteri decisi dal Comitato stesso. Dal 2016 sceglieranno i docenti da assumere, pescando negli albi territoriali sulla base delle esigenze definite nel Piano dell’offerta formativa. Nomineranno fino al 10 per cento di insegnanti come loro collaboratori, ridurranno le classi troppo affollate (ma non è chiaro come sarà fatta la redistribuzione) e assegneranno le supplenze fino a 10 giorni. Anche i presidi dovranno rispondere delle loro scelte: saranno a loro volta sottoposti a valutazione.
Vacanze – Durante le vacanze, le scuole potranno dare in uso i propri locali ad enti e onlus del terzo settore per attività ricreative, culturali e di formazione. Chi usa le scuole sarà responsabile della loro sicurezza.
Formazione – Dal 2016, i docenti avranno la Carta dell’insegnante: potranno usarla per pagare acquisti legati all’aggiornamento – abbonamenti a riviste, libri, spettacoli teatrali ed altro – fino a 500 euro l’anno. Ci sarà però una vera e propria attività di formazione obbligatoria, permanente e strutturale.
Reti di scuole – Permetteranno alle segreterie di liberarsi di alcuni carichi burocratici. Si occuperanno di pensioni, ricostruzioni di carriera, contributi
Detrazioni e donazioni – Altro punto contestato della riforma: Chiunque potrà donare alle scuole fino a 100 mila euro all’anno, ottenendo agevolazioni fiscali. Chi manda i figli nelle paritarie potrà avere una detrazione fino a 400 euro l’anno.
Edilizia – Il governo ha investito quasi 4 miliardi per costruire nuove scuole, e migliorare sicurezza e aspetto di quelle esistenti.
Valutazioni – Il compito di valutare i professori spetterà ad un comitato composto dal dirigente, docenti, studenti, genitori e un esterno individuato dall’Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici. Ogni 3 anni 2 insegnanti su 3 avranno 60 euro in più netti al mese
Stages – Durante gli ultimi tre anni della secondaria di secondo grado saranno attivati percorsi di alternanza scuola-lavoro per almeno 400 ore negli istituti tecnici e nei professionali e per almeno 200 ore complessive nei licei, eventualmente anche durante le vacanze.
Durante tutto l’iter dell’esame del provvedimenti ci sono state ripetute e partecipate contestazioni di sindacati, studenti, professori, impiegati, che minacciano di impedire il regolare svolgimento dell’anno scolastico. Gli studenti in mattinata a Roma avevano imbavagliato alcune statue per protesta contro la riforma. E annunciano manifestazioni continue e forti alla ripresa di settembre. La buona scuola non nasce dunque sotto una buona stella e avrà molte difficoltà a decollare. Ma Renzi, secondo il suo costume, ha voluto procedere come un treno. In modo da poter vantare all’estero di aver fatto delle riforme impressionanti. E qualcuno (ad esempio Angela Merkel) fa finta di credergli anche se poi, alla resa dei conti, lo esclude dalle decisioni europee più importanti e significative.
