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Il Viminale, sede del ministero dell'Interno

Immigrazione: i prefetti protestano. Non vogliono essere i capri espiatori di una situazione esplosiva

Il Viminale, sede del ministero dell'Interno
Il Viminale, sede del ministero dell’Interno

ROMA – Dopo l’annunciata rimozione del prefetto di Treviso da parte del premier, Matteo Renzi, e del ministro dell’interno, Angelino Alfano, il presidente del Sinpref, il sindacato più rappresentativo, Claudio Palomba, ha chiesto un urgente incontro al Viminale. «I prefetti, i rappresentanti del governo sul territorio _ si legge in una nota – sono lasciati soli ad applicare le direttive del governo in tema di immigrazione, spesso in totale opposizione con altri rappresentanti dello Stato, in particolare i sindaci. Siamo diventati bersagli, il governo ci tuteli». «Sul territorio stiamo operando in condizioni difficilissime – prosegue il presidente del Sinpref – non abbiamo solo il problema dell’immigrazione, che oggi è quello più di attualità, ma anche quello del terrorismo, dei comuni sciolti per mafia, dell’ordine pubblico. Sul tema dell’immigrazione siamo in prima linea e qui ci stiamo letteralmente inventando un mestiere, facciamo perfino gli agenti immobiliari. Sul territorio ci troviamo sempre a gestire i ‘nò dei sindaci e lì dobbiamo inventarci soluzioni. Spesso su due piedi. Chiediamo quindi allo Stato che difenda in maniera forte i suoi rappresentanti sul territorio, i prefetti».

MORCONE – A sottolineare le difficoltà che incontrano i prefetti era stato anche Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno: «Nessun prefetto ha interesse a decidere in solitudine. Per quanto limitati possiamo essere, tutti ci aspettiamo di confrontarci con sindaci e assessori regionali su quali siano le migliori soluzioni per il territorio. Ma se tu la soluzione non me la dai io devo trovare il modo di collocare le persone», ha detto davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza. Morcone si è anche detto deluso per l’accordo ‘al ribasso’ tra i 28 Paesi della Ue sul ricollocamento da Italia e Grecia di 40mila profughi, perchè l’intesa si è fermata poco oltre la soglia dei 32mila, riconoscendo con ciò che il Governo non aveva raggiunto compiutamente i suoi scopi, anche se si trattava di un passo in avanti.

TREVISO – Fra l’altro la rimozione del prefetto di Treviso, annunciata con squilli di tromba sia dal premier che dal Ministro, che facevano a gara per rivendicarne il merito, è stata comunicata subito dopo che i centri sociali avevano tentato l’assalto alla prefettura di Treviso per protesta contro il giusto trasloco dei profughi in una caserma. Forse i due uomini di Governo non si sono resi conto – dimostrando però insensibilità e incultura istituzionale – di avallare in tal modo la protesta di personaggi e movimenti che fanno della lotta alla legalità e alle istituzioni il loro credo.

SINPREF – Quali risultati avrà la presa di posizione del Sinpref? Difficile possa ottenere risultati concreti. Il premier, in occasione del suo recente discorso all’Assemblea del Pd all’Expo, di fronte agli episodi di Roma e Treviso aveva subito preannunciato che in materia d’immigrazione intendeva dare più spazio e più poteri ai sindaci, categoria dalla quale, come noto, egli proviene. Ma non si può non ossevare che, spesso, sono proprio i sindaci che si rifiutano di provvedere all’accoglienza e che si trovano in difficoltà, soprattutto nei piccoli comuni.

RENZI – E’ improbabile che Renzi torni sulle sue decisioni, a meno che non si trovi di fronte a difficoltà insormontabili. Che sono quasi certe se dalla catena dell’accoglienza intende escludere i prefetti, cioè lo Stato. A meno che non intenda selezionare la categoria, distinguendo (come sembra essere avvenuto nei due casi di Roma e Treviso) quelli graditi e supposti efficienti dagli altri.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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