Regione Toscana: Monica Barni di Siena vicepresidente della giunta. Si occuperà di cultura, ricerca e rapporti con l’università
FIRENZE – Si completa la giunta regionale della Toscana, con l’ultimo nome che ancora mancava all’appello. E’ di oggi, giovedì 30 luglio, la firma del decreto che consente a Monica Barni di affiancare gli altri sette assessori già nominati dal presidente Enrico Rossi. Sarà lei la vicepresidente nella nuova legislatura che ha preso avvio nelle scorse settimane, dopo il voto del 31 maggio. Ruolo a cui si aggiungono alcune deleghe importanti, quali la cultura, la ricerca, i rapporti con l’università. Nata a Siena nel 1961, Monica Barni è attualmente rettore dell’Università per stranieri. Nella sua attività di ricerca e docenza si è occupata in particolare di scienze del linguaggio e ha lavorato a vari progetti sul apprendimento delle lingue, sulla diversità e il contatto linguistico, con numerose esperienze e pubblicazioni anche a livello internazionale.
“Avevamo garantito di arrivare a definire la fisionomia della nuova giunta prima della pausa estiva e l’abbiamo fatto, con una scelta di profilo adeguato alla scommessa che intendiamo vincere – sottolinea Rossi – Monica Barni è il primo rettore a ricoprire un ruolo nel governo regionale. E’ una donna fortemente presente nel mondo della ricerca scientifica e delle relazioni internazionali a essa collegati. E questo rappresenta un segnale forte in relazione a ciò che ci proponiamo di fare in questa legislatura”.
“Come conseguenza della scelta di ridurre gli assessori, anche in una logica di contenimento dei costi – sottolinea ancora il presidente – si tratta anche in questo caso di un ‘maxiassessorato’ e molte sono le cose di cui si dovrà occupare Monica Barni. Tra le altre cose, spetterà a lei seguire la cultura, settore che non può non avere un rilievo particolare
in una regione come la Toscana, la cui immagine nel mondo è legata alla storia, alle lettere, all’arte. Intendiamo però interpretare questo impegno nella cultura in modo fortemente innovativo, come si vede dalla stessa attribuzione delle deleghe. Per la prima volta abbiamo separato la cultura dalle attività turistiche, superando una sorta di rapporto
ancillare della prima nei confronti delle seconde. E l’abbiamo invece riconnessa con l’università e con la ricerca, per restituirle piena dignità e per coglierne tutte le potenzialità. Questa è la nostra sfida, una sfida con cui la Toscana guarda anche agli scenari internazionali. Se la Toscana è una regione leader nell’export lo deve anche al valore della sua ricerca e ai suoi rapporti culturali – così conclude Rossi – Penalizzare la cultura è come consentire a un aereo in volo di liberarsi del suo motore”.