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Legge di stabilità 2016: manovra da 25-30 miliardi. Tagli alle spese locali, ma i sindaci resisteranno

ROMA – Si stima già che la manovra programmata da Renzi-Padoan in finanziaria sarà di circa 25-30 miliardi e si suddividerà grosso modo in quattro grandi voci : sanità, acquisti di beni e servizi, agevolazioni fiscali, ministeri.

Manovra: tabella ripresa da 'La Stampa'
Manovra: tabella ripresa da ‘La Stampa’

SANITA – Nel 2016 la sanità dovrebbe contribuire con risparmi per altri tre miliardi, oltre a quelli già previsti per quest’anno. Si dovrebbe ridurre la «spesa tendenziale», ossia quanto il governo aveva pianificato di concedere in più l’anno prossimo. «In rapporto alla ricchezza prodotta negli ultimi venti-trent’anni il costo della sanità è aumentato meno che in Inghilterra, Francia e Stati Uniti», dice l’ex commissario Cottarelli.

BENI E SERVIZI – Gli aumenti maggiori si sono avuti sempre con l’accrescersi della spesa per beni e servizi da parte di oltre trentamila soggetti pubblici. S’intenderebbe ridurre le stazioni appaltanti a poco più di trenta, ma ci vuo altro. Comunque in questo settore l’anno prossimo si ipotizza di risparmiare 3,5 miliardi.

MINISTERI E AGEVOLAZIONI FISCALI – Poi ci sono i due capitoli politicamente più difficili da realizzare: i tagli ai ministeri e alle agevolazioni fiscali, entrambi cifrati fra 1,5 e 2 miliardi.

TRASPORTO LOCALE E PARTECIPATE – Si tratterebbe di realizzare riforme, sempre vagheggiate ma mai attuate, che nell’arco di tre anni potrebbero dare risparmi da almeno un miliardo ciascuna. Si tratta di voci che interessano la potente lobby degli amministratori locali – della quale fanno parte anche Renzi e Delrio – i quali dovranno fare già i conti con la promessa abolizione della tassa sulla prima casa. La riduzione delle partecipate ricorre in ogni manovra, finora senza risultati apprezzabili. È stato difficile persino mapparle, e stabilire quante fossero. La sovrapposizione di norme ha salvato la faccia ad alcuni, ma ha creato più danni di quanti non ne abbia risolti.

ORGANISMI – Il governo dovrebbe costringere i Comuni a tagliare parecchi sprechi, a eliminare il malcostume di istituire per ogni società pubblica un organo interno di vigilanza e un collegio sindacale: nell’ipotesi più prudente si tratta di ventimila poltrone che si potrebbero cancellare in un batter di ciglia. O ancora il vizio di aprire una società per qualunque servizio comunale «in house». A che serve una controllata per la gestione dei cimiteri se non a distribuire gettoni ai consiglieri amici degli amici? Di società così ne esistono 1200.

STIPENDI PUBBLICI – Nonostante il tetto da 240.000 euro imposto da Renzi ai dipendenti pubblici, fra ministeri, Regioni, Comuni, Aziende sanitarie ci sono migliaia di dirigenti che continuano a guadagnare cifre a cinque zeri, anche in società molto piccole. Al Tesoro esiste un tetto per fasce che tiene conto delle dimensioni della controllata, ma si tratta dell’unico dicastero in cui la norma è stata varata ed applicata.

TRASPORTI – Un documento dell’autorità per i Trasporti dice che il coefficiente di riempimento di bus e treni italiani è del 22 per cento, il più basso d’Europa: su cento posti a disposizione, viaggiano 22 persone, ma questo alle aziende pubbliche non interessa, visto che le convenzioni vengono firmate sulla base del chilometraggio, non della quantità di passeggeri portati a bordo.

Dunque il governo potrebbe intervenire con sforbiciate pesanti su questi settori, ma sicuramente accadrà come è finora successo per la spending review, tante parole e pochi fatti. Il Governo ‘dei sindaci’ non oserà mai contrastare gli interessi della lobby da cui provengono alcuni dei suoi maggiori rappresentanti, e men che meno Renzi rinuncerà a occasioni utili per piazzare suoi uomini (e donne) in posti chiave – e ben retribuiti – del sottogoverno locale, così come ha già fatto e continua a fare in ambito nazionale.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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