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Sanità: altri tagli per 2,3 miliardi. Le Regioni possono aumentare le addizionali Irpef e Irap

Nuovi tagli alla sanità
Nuovi tagli alla sanità

ROMA – «Il fondo sanitario del 2016 salirà a 111 miliardi contro i 110 di quest’anno», ha assicurato alla Camera il premier. Peccato che la stessa nota di aggiornamento del Def indicasse a quota 113,3 lo stanziamento per la sanità. Come dire che si dovrà fare a meno di altri 2,3 miliardi.

Il rapporto sulla spesa dell’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali certifica che dopo sei anni di flessione la spesa di Asl e ospedali sale per la prima volta di un miliardo. E questo nonostante le entrate dei ticket siano aumentate in sei anni del 26%. Così andrebbero i conti di quasi tutte le Regioni, che sarebbero costrette a rimediare aumentando le addizionali Irpef ed Irap, già troppo elevate. Alla faccia della diminuzione di tasse promessa. Renzi è abituato a questo giochino, abbasso di poco le tasse statali, ma faccio aumentare quelle locali.

Inoltre potrebbe essere ritirato anche il decreto che per 208 accertamenti diagnostici e di laboratorio prevede sanzioni ai medici e nessuna rimborsabilità per gli assistiti in caso di prescrizioni «inappropriate». Renzi infatti lo giudica ad alto tasso di impopolarità e basso beneficio economico, visto che il risparmio sarebbe di soli 106 milioni.

Forse l’unico rimedio per la riduzione sostanziale delle spese sarebbe quello di sottrarre la competenza alle Regioni e tornare alla sanità unica nazionale. Ma le Regioni non rinunceranno facilmente a questa sorgente di potere, che assorbe la maggioranza dei loro bilanci e, in non pochi casi, è stata fonte di clientelismi e riserva di voti. Un esempio? Guardate com’è difficile, in una Toscana comunque virtuosa, arrivare allo scioglimento delle società della salute.

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