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Italicum, rischio incostituzionalità: ricorsi in una quindicina di Corti d’Appello per chiedere il giudizio della Consulta

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Boschi Renzi, strenui difensori dell’Italicum

ROMA – La nuova legge elettorale, l’Italicum, recentemente approvata dal Parlamento (la cui entrata in vigore è prevista per luglio 2016), è stata impugnata con una serie di ricorsi analoghi, depositati in contemporanea in una quindicina di Corti d’appello, tra cui Roma, Milano, Napoli e Firenze.  A promuovere l’iniziativa dei ricorsi è stato il Coordinamento democrazia costituzionale, a cui aderiscono numerosi giuristi, insieme a diversi comitati locali. Nel mirino, tra le altre disposizioni, premio di maggioranza e ballottaggio. Ora spetta ai giudici valutare se accogliere le istanze.

Tra i nomi che compaiono nella lunga lista dei ricorrenti ci sono diversi esponenti della minoranza Pd (Vannino Chiti, Alfredo D’Attorre, Paolo Corsini, Lucrezia Ricchiuti, Corradino Mineo, Felice Casson e Walter Tocci), ma anche Felice Besostri, l’avvocato da cui partì l’iter giudiziario che portò alla bocciatura della precedente legge elettorale (il “Porcellum”) davanti alla Consulta. Poi i giuristi Gustavo Zagrebelsky, Nadia Urbinati e Sandra Bonsanti e rappresentanti dell’opposizione in Parlamento: l’ex Pd Stefano Fassina, gli esponenti Sel Loredana De Petris e Giorgio Airaudo. Il Movimento 5 Stelle ha annunciato di volersi accodare all’iniziativa.

Le Corti d’appello presso cui i ricorsi sono stati depositati: Roma, Milano, Napoli, anche Venezia, Firenze, Genova, Catania, Torino, Bari, Trieste, Perugia. Tra le previsioni della legge che sono state impugnate, figurano il premio di maggioranza assegnato alla lista che supera il 40%; il ballottaggio senza soglia previsto invece tra i due partiti più votati se nessuno supera quota 40%; la contraddizione ravvisata nel fatto che chi raggiunga, per ipotesi il 39,9% dei voti deve comunque andare a ballottaggio; le norme sulle minoranze linguistiche che non consentono – secondo i ricorrenti – la rappresentanza di tutte le minoranze riconosciute, ma solo di alcune.

Vedremo se quest’iniziativa porterà alla dichiarazione d’incostituzionalità anche della nuova legge prima che si arrivi alle prossime elezioni politiche.

 


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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