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Carceri: sovraffollamento cronico. Soluzione? Far uscire i detenuti

Uno dei cancelli dentro il carcere Mario Gozzini di Firenze
Uno dei cancelli dentro il carcere Mario Gozzini di Firenze

ROMA – La Corte dei Conti pone sotto accusa la politica carceraria degli ultimi governi. I commissari straordinari che dal 2010 al 2014 hanno gestito il piano carceri allora varato dal ministro Alfano, a fronte di una dotazione di 462 milioni e 769 mila euro ne hanno spesi poco più di 52, solo l’11,32 per cento in 4 anni. Gli interventi immobiliari finanziati dallo Stato, invece di creare 11.934 posti detentivi come previsto, ne hanno realizzati soltanto 4.415, «che entro il 2016 dovrebbero raggiungere il totale di 6.183 (pari al 51,81 per cento delle previsioni)». Insomma, un completo insuccesso.

COMMISSARI – I commissari Franco Ionta, capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Dap) e responsabile del piano carceri dal 2008 alla fine del 2012, e Angelo Sinesio, avrebbero dovuto provvedere alla costruzione di 11 nuovi istituti e 20 nuovi padiglioni, per un totale di 18 mila nuovi posti. Oggi la situazione è tale che 54 mila reclusi (altri 35 mila sono in esecuzione penale esterna) si ritrovano a vivere, spesso in condizioni di sovraffollamento, in 202 istituti di pena.

MANUTENZIONE – Ma anche la manutenzione ordinaria lascia a desiderare. «Il nostro patrimonio edilizio si sta completamente deteriorando per un’assenza di manutenzione ordinaria», confermava Santi Consolo, il nuovo direttore del Dap: «A volte si tralascia di riparare una piccola infiltrazione d’acqua proveniente dal tetto, che si può sistemare con manodopera detenuta e con poche centinaia di euro; ma poi, per effetto di questo malgoverno che si protrae per anni, bisogna intervenire con un contratto di appalto che costa milioni».

CEDU – La Commissione Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) nel 2013 aveva dato all’Italia un anno di tempo per porre rimedio alle condizioni di eccessivo sovraffollamento e per ora l’obiettivo è stato raggiunto solo per effettodeil decreto “svuotacarceri” del dicembre 2013 e delle misure alternative alla detenzione votate nel 2014. Ma non si può risolvere il problema solo facendo uscire i detenuti dalle galere.

 

carceri, Ministero di Grazia e giustizia, sovraffollamento


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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