Ocse: promosse le riforme di Renzi e prevede una crescita del pil dell’1,4%

Riunione Ocse
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PARIGI – «Le significative riforme» stanno spingendo la crescita in Italia. Lo scrive l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nell’Economic Outlook semestrale, dove prevede un rafforzamento della ripresa con un Pil in aumento dell’1,4% sia nel 2016 sia nel 2017 da +0,8% nel 2015. Il Jobs Act e le misure sull’esenzione dei contributi per i neo-assunti «stanno spingendo la svolta del mercato del lavoro», con un calo della disoccupazione dal 12,3% stimato per quest’anno (da 12,7% stimato a giugno) all’11,7% (da 12,1%) nel 2016 e all’11% del 2017. Per una crescita più forte e inclusiva occorre che l’Italia sposti «in modo permanente il carico fiscale dal lavoro ai consumi e all’immobiliare».

LAVORO – «In particolare il “Jobs Act” ha portato a un «considerevole incremento dei contratti a tempo indeterminato e allargato la rete di sicurezza sociale, rendendo la crescita più inclusiva». Proprio per questo, avverte l’organizzazione di Parigi, occorre rendere permanenti gli sgravi fiscali per i neoassunti, «spostando il carico fiscale dal lavoro ai consumi e al mercato immobiliare. Sono necessarie ulteriori iniziative per chiudere i “gender gap” incoraggiando la partecipazione della forza lavoro femminile e per abbassare la disoccupazione giovanile, che resta elevata».

CONSUMI – Il miglioramento spingerà i consumi, attesi in progresso di +0,7% quest’anno, +1,4% e +1,2% nei due successivi. Anche le riforme recentemente approvate su fallimenti, sistema scolastico, concorrenza e pubblica amministrazione «rafforzeranno la crescita». Tuttavia, ammonisce l’Organizzazione, il credito bancario continua ad essere frenato dall’elevato e crescente numero di crediti deteriorati, il che ostacola gli investimenti. La costituzione di una società di asset management specializzata che acquisisca i crediti deteriorati «potrebbe contribuire in modo rilevante alla ripresa degli investimenti», ma i progressi su questo fronte sono incerti in considerazione della necessità di rispettare le regole Ue sugli aiuti di Stato.

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