
Parigi: 129 i morti, oltre 350 i feriti. E si sono perse le tracce di un’italiana di 28 anni, Valeria Solesin. Il presidente Hollande: non avremo pietà

PARIGI – L’ultimo bilancio della strage di Parigi fa salire le vittime: fonti della polizia e sanitarie parlano di 129 morti, oltre 352 i feriti, di cui 99 in condizioni molto gravi. Feriti anche due giovani italiani, Massilmiliano Natalucci e Laura Appolloni, per fortuna non in maniera grave. Ma in queste ore si sta cercando una ragazza italiana, di Venezia, di cui non si hanno più notizie dal momento dell’attentato terrorista. Valeria Solesin, borsista a Parigi, 28 anni, veneziana. Era al concerto del Bataclan con il fidanzato e due amici. Non figura fra le vittime e nemmeno nell’elenco dei feriti. Scomparsa. Sui social sono molteplici i post da parte degli amici di richiesta informazionidi Valeria. Su twitter numerosi sono i post con l’hashtag #RechercheParis per cercare i dispersi, tra cui proprio la studentessa italiana.
HOLLANDE – Il sentimento dei francesi dopo la terribile notte di attentati e massacri vissuta dalla capitale è stato ben espresso dal presidente Hollande: “Quello che è successo ieri a Parigi e vicino allo Stade de France è un atto di guerra commesso da un’armata jihadista contro i valori che noi difendiamo: su tutti la libertà”. Il presidente francese, Francois Hollande, parla alla nazione in diretta televisiva dall’Eliseo e ribadisce che la risposta della Francia sarà spietata. “Siamo in guerra” dice senza mezzi termini e poi annuncia tre giorni di lutto nazionale in omaggio alle vittime degli attentati.
Subito dopo il blitz delle teste di cuoio, si era recato alla sala concerti Bataclan dove sono state uccise almeno 80 persone. E lì, bloccato dai giornalisti, aveva già mostrato tutta la sua determinazione: “Faremo una guerra implacabile ai terroristi. Gli uomini capaci di tali atrocità devono sapere che si troveranno davanti una Francia determinata ed unita. Non ci faremo impressionare da quello che è successo”. Poi aveva rivolto un discorso alla Nazione: “Si tratta di attacchi terroristici. Un terrore senza precedenti. Abbiamo esteso lo stato di emergenza a tutto il territorio nazionale e siamo pronti alla chiusura delle frontiere. Ma questi terroristi non riusciranno a farci paura. Continueremo a combatterli e chiediamo a tutto il mondo di sostenere questa battaglia”.

Intanto continuano i controlli, un’auto con quattro sospetti è sfuggita a un posto di blocco presso Parigi, un sospetto è stato arrestato in Belgio, a Bruxelles, durante perquisizioni della polizia nel quartiere di Molenbeek. I parigini sono stati invitati a restare possibilmente nelle loro abitazioni e ad evitare ancora di ammassarsi nei locali pubblici.
L’ex presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy appoggia le misure di restrizione alle frontiere e i controlli intensificati decisi dal Governo, mentre il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve spiega che la prefettura e la polizia hanno mobilitato altri 230 uomini. “Tutte le nostre forze di sicurezza sono mobilitate”, ha assicurato il ministro.
Cazeneuve ha precisato che Parigi e i dipartimenti limitrofi hanno sospeso “tutte le manifestazioni pubbliche” fino a giovedi’ prossimo mentre per il resto della regione il divieto varra’ fino a lunedi’. Ai prefetti delle varie provincie è stato dato il potere discrezionale di adottare misure analoghe nel caso siano ritenute necessarie od opportune
1500 militari garantiranno “la sicurezza dei luoghi strategici” e svolgeranno dei servizi di pattuglia per le strade della capitale, dove verranno rinforzati anche i mezzi a disposizione delle forze dell’ordine.Cazeneuve ha poi sottolineato come le indagini siano in corso “in stretta cooperazione con la Procura antiterrorismo” e con “altri Paesi europei” per “accertare l’identità dei responsabili di questo atto di barbarie”.
Quindi Parigi e i parigini non sono ancora tornati alla vita normale, e questo secondo colpo del terrorismo islamico nel cuore della capitale francese rischia di mettere a repentaglio per qualche tempo la sicurezza nel paese transalpino, e non solo, visto che per la seconda volta in un anno i servizi d’intelligence non sono riusciti a garantire una prevenzione efficace.