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Pensioni: giovedì 17 dicembre a Firenze, Torino e Bari assemblee di protesta di Cgil, Cisl e Uil

Manifestazione dei pensionati
Manifestazione dei pensionati

ROMA – Cgil, Cisl e Uil tornano a chiedere un intervento sul sistema previdenziale che introduca flessibilità nell’uscita dal lavoro e consenta l’accesso alla pensione a partire dai 62 anni e indipendentemente dall’età avendo 41 anni di contributi. I sindacati presenteranno domani 17 dicembre il documento nelle tre assemblee di Torino, Firenze e Bari, cui parteciperanno i tre leader Annamaria Furlan, Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo e migliaia di delegati e quadri di tutte le regioni. L’iniziativa del Mandela Forum a Firenze (ore 9,30) fa parte della mobilitazione unitaria sulle pensioni; sono attese 2.000 persone e le conclusioni saranno affidate a Susanna Camusso. I sindacati affermano che non è più rinviabile una riforma, questa volta equa e solidale, del sistema pensionistico, per questo hanno avanzato delle proposte concrete e fattibili al Governo e al Parlamento, e attendono risposte.

I sindacati sottolineano che con la legge Fornero è stata fatta ”la più gigantesca operazione di cassa sul sistema previdenziale italiano” pari a circa 80 miliardi. Gli interventi della riforma Fornero – affermano i sindacati nel documento – hanno introdotto elementi di eccessiva rigidità nell’accesso alla pensione, generando iniquità e problematiche che ancora oggi aspettano una soluzione definitiva. La contro-riforma è urgente anche per sbloccare il mercato del lavoro ed offrire occupazione ai giovani pesantemente penalizzati dall’attuale normativa, sia per il loro futuro pensionistico, che per il sostanziale blocco del turn-over in atto”.

I sindacati chiedono di ”ripristinare meccanismi di flessibilità nell’accesso alla pensione, a partire dall’età minima di 62 anni oppure attraverso la possibilità di combinare età e contributi”. Ma ribadiscono ”l’assoluta indisponibilità all’introduzione di misure che condizionino l’accesso anticipato al pensionamento al ricalcolo della pensione con il metodo contributivo”. Accanto alla reintroduzione della flessibilità nell’accesso al pensionamento di vecchiaia, per le tre confederazioni, ”occorre prevedere la pensione anticipata con 41 anni di contributi per tutti i lavoratori, senza penalizzazioni e senza collegamento con l’attesa di vita”.

Dovrebbero inoltre essere inseriti anche elementi correttivi sul funzionamento del sistema contributivo ”in grado di assicurare un trattamento pensionistico adeguato e dignitoso anche a chi svolge ed ha svolto lavori saltuari, discontinui, con retribuzioni basse o è entrato tardi nel mercato del lavoro”. È anche utile secondo i sindacati ”promuovere schemi di solidarietà intergenerazionale, attraverso il ricorso alla contribuzione figurativa, per incentivare l’utilizzo volontario del part-time fra i lavoratori anziani negli ultimi anni della carriera lavorativa, collegandolo all’assunzione dei giovani”. I sindacati chiedono inoltre di risolvere in modo strutturale la questione degli esodati e di dare risposte a chi ha fatto lavori usuranti.

Per tutelare le pensioni in essere, i sindacati propongono di tornare alla normativa sulla rivalutazione annuale in vigore prima del blocco imposto dalla Legge Monti-Fornero, con un taglio delle tasse attraverso una diversa politica fiscale che sostenga i redditi dei pensionati e realizzando la completa equiparazione della “no tax area” dei pensionati al livello di quella dei lavoratori dipendenti.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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