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Istituti e fondazioni culturali e politiche: pioggia di finanziamenti. Ecco chi ha avuto i soldi

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ROMA – Gli istituti e le fondazioni culturali di Roma e Firenze sono in testa alla graduatoria fra quelle ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2015-2017. Lo ha stabilito il decreto del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, a norma del quale nel 2015 hanno ricevuto contributi 35 istituzioni culturali di Roma, 16 di Firenze, 8 di Milano, 8 di Napoli, 8 di Torino, 5 di Venezia, 4 di Bologna. Complessivamente gli istituti e le fondazioni culturali che hanno ricevuto contributi ordinari nel 2015 sono 125.

ISTITUTI – L’Istituto Gramsci è quello che ha ricevuto più contributi nel 2015 con 190 mila euro a Roma e 30 mila in Emilia Romagna. Seguono la Giunta centrale per gli studi storici e deputazioni di storia patria con 210 mila euro. Poi il Museo Galileo di Storia della Scienza, l’Istituto Sturzo e la Fondazione Einaudi con 190 mila euro ciascuno. La Fondazione Giovanni XXIII, l’Istituto di Studi sul Rinascimento, la Fondazione Feltrinelli, la Fondazione Basso e la Fondazione Cini hanno ricevuto 140 mila euro ciascuno. L’Accademia della Crusca ha ricevuto 90 mila euro.

FONDAZIONI – Le fondazioni «politiche» che hanno ricevuto contributi nel 2015 sono: Istituto Gramsci (220mila euro), Fondazione Einaudi (190mila euro), Fondazione Basso (140mila euro), Fondazione Turati (50mila euro), Fondazione Spadolini (50mila euro), Fondazione Renzo De Felice (40mila euro), Fondazione Craxi (30mila euro), Fondazione Rosselli (30mila euro), Fondazione Gobetti (30mila euro), Fondazione De Gasperi (25 mila euro),  Fondazione Donat Cattin (25mila euro), Fondazione Di Vagno (25mila euro), Fondazione Movimento operaio e democratico (25mila euro), Fondazione Giulio Pastore (25milaeuro), Fondazione storia Azione cattolica (25mila euro), Istituto Sturzo (19 mila euro), Fondazione Magna Carta (15mila euro), Fondazione Ugo La Malfa (15mila euro), Fondazione Roma Europa (15mila euro). Si tratta di fondazioni non di partito, diverse cioè da quelle che custodiscono i tesori dei vecchi sodalizi della prima e della seconda Repubblica (come la Fondazione An o le fondazioni Ds), ma che comunque recano la memoria dei principali uomini politici della storia italiana. Anche attraverso questo sistema la politica foraggia la sua attività. E il cittadino paga le tasse.

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