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Camera dei deputati: barbieri e commessi in sciopero contro il taglio degli stipendi (vedi tabella)

Camera

ROMA – Dopo le polemiche suscitate dai trattamenti economici molto alti dei dipendenti della Camera, l’Ufficio di presidenza aveva deciso di riportare gradualmente – entro il 2018 – le retribuzioni al massimo consentito per gli altri dipendenti pubblici (240.000 euro), ma i sindacati avevano ricorso contro la decisione: il 23 dicembre scorso, però, la Corte d`Appello interna di Montecitorio ha confermato la validità del provvedimento, rigettando i ricorsi.

Tabella dal Messaggero
Tabella dal Messaggero

Complessivamente i tagli alla Camera porteranno a un risparmio di 65 milioni annui. Altri 2 milioni arriveranno dalla proroga anche per il 2016 del blocco di alcuni aumenti automatici per stipendi e indennità. Così la spesa totale per i dipendenti si quantificherà in 240 milioni annui, più 266 per le pensioni agli ex funzionari. I sindacati, però annunciano lo stato di agitazione e chiedono la riapertura della contrattazione. “Siamo disponibili alla riduzione delle retribuzioni a patto che non sia una decisione imposta in modo unilaterale, ma il frutto di una trattativa sindacale con la controparte. Contestiamo la validità di una decisione in cui non ci è stato concesso alcun margine di trattativa”.

Ad aprile infine la Consulta dovrà esprimersi sull’abolizione dell`autodichia (la prerogativa delle Camere di risolvere al loro interno controversie e trattamenti del personale), con la possibile fine dell`autonomia sui bilanci e della gestione autonoma del personale da parte degli organismi costituzionali. Sarebbe un bel colpo ai privilegi di cui finora hanno goduto particolari categorie.

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