Skip to main content

Immigrazione, Europa: la Merkel vuole più controlli alle frontiere (ma non dell’Italia)

angela merkel

BERLINO – Il problema dell’immigrazione in Europa è riesploso dopo le difficoltà incontrate soprattutto dai Paesi nordici e dalla Germania per l’arrivo di un gran numero di profughi, soprattutto lungo la rotta dei Balcani. Il caso Colonia, con l’aggressione forse preordinata di un migliaio d’immigrati a centinaia di donne tedesche, ha fatto deflagrare il problema e infuriare Angela Merkel che ha copiato Salvini e ha affermato: gli immigrati che non rispettano le nostre regole e la nostra cultura vanno espulsi.

MERKEL – Ma intanto la cancelliera pensa di stabilire regole più rigide per gli ingressi. Già a dicembre il progetto di una mini-Schengen, con un ripristino dei controlli ai confini che includerebbe Belgio, Lussemburgo, Olanda, Austria, Francia e Germania, era stato ufficializzato dal capo della cancelleria, Peter Altmaier, che aveva anche battezzato il gruppo: «coalition of the willings», coalizione dei volenterosi. Poi il piano era sparito dai tavoli , ma in questi giorni a Berlino ai piani alti del governo si torna a parlarne.

GRECIA E ITALIA – Oltre che con i Paesi dell’Est, che alzano muri e bloccano gli ingressi, l’irritazione tedesca è rivolta anche contro la Grecia e l’Italia, accusate di non fare gli hot spot e di chiudere da tempo un occhio sia sugli ingressi sia sulle registrazioni delle impronte digitali. «Troppo comodo fare i generosi o i leader “di sinistra” quando sai di essere un Paese di transito», sintetizza una fonte parlamentare. Ma è l’umore prevalente nella Grande coalizione nei confronti di Italia e Grecia.

ELEZIONI – Il 2016 è un anno importante – sotto il profilo elettorale – per Angela Merkel ed è iniziato con i peggiori auspici. Accolti un milione e centomila profughi nel 2015, concessa agli avversari di partito la promessa di una riduzione degli arrivi, la cancelliera si prepara a cinque appuntamenti per il rinnovo dei governi nei Land con cattivissime premesse. I sondaggi danno il suo partito in forte calo, gli anti immigrati dell’Afd sono col vento in poppa e l’Ue sta reagendo troppo lentamente alle pressioni della Germania per garantire un rallentamento dei flussi e un rapido accordo con la Turchia. Senza l’aiuto europeo Berlino minaccia di bloccare i confini e di trascinare con sè gli altri Paesi della coalizione dei volonterosi, decisione le cui conseguenze sarebbero nefaste soprattutto per l’Italia.

Italia che in due giorni ha preso solenni ceffoni dai partners e dalle istituzioni europee. Il comportamento del premier Renzi non piace in ambito comunitario. In questo modo il rottamatore, lungi dal diventare una guida per l’Europa, rischia di isolare l’Italia, in un momento nel quale la Commissione Ue deve decidere se accordarci la flessibilità richiesta in tema d’immigrazione, presupposto fondamentale per evitare che scattino le pesanti clausole di salvaguardia. Sarebbe necessaria meno arroganza e più umiltà per essere accettati meglio nel complesso dei ‘potenti’, ma i segnali attuali non promettono niente di buono.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
Firenzepost small logo