Toscana, economia e lavoro: le imprese che ricevono fondi Ue dovranno attivare tirocini per giovani
FIRENZE – Le imprese toscane che ricevono fondi comunitari dovranno attivare tirocini per i giovani permettendo loro di fare esperienze in azienda. E’ l’innovativa regola stabilita oggi dalla Giunta regionale toscana. La norma prevede un criterio di proporzionalità: le imprese che riceveranno almeno 100 mila euro di contributi avranno l’obbligo di attivare almeno un tirocinio extra curriculare; quelle che avranno 200 mila in più ne dovranno attivare due. E così via.
Il costo del tirocinio, almeno 500 euro al mese, sarà interamente a carico dell’azienda, che avrà l’obbligo di dare adeguata pubblicità a questa chance offerta ai giovani. Le imprese che non soddisferanno questo obbligo avranno il contributo decurtato del 10%. Stimando che le risorse oggetto dell’obbligo, su fondi Fse e Fesr, siano intorno ai 150 milioni di euro, si può prevedere che i tirocini annui attivati da questa decisione saranno circa 900 in aggiunta ai 15.000 giovani già coinvolti, nel 2015, nel servizio civile regionale e negli stage di Giovanisì cofinanziati dalla Regione.
“In questo modo il sostegno allo sviluppo delle imprese porterà con sé in maniera certa un aiuto significativo anche per i giovani in cerca di un’opportunità – ha spiegato il presidente della Toscana Enrico Rossi -. Sappiamo che un tirocinio non è un lavoro. E’ anche vero che la Regione non può assicurare un lavoro. Dobbiamo invece fare politiche per il lavoro ed è quello che stiamo facendo, sperando chiaramente che l’esperienza di uno stage o un tirocinio si possa poi trasformare in un lavoro vero”.
Per il governatore “grazie a questo provvedimento le imprese che avranno un incentivo concreto dai fondi strutturali non potranno esimersi dall’offrire una chance alle nostre giovani generazioni, le più colpite dalla crisi di questi anni. I fondi comunitari aumenteranno anche così, in automatico, le loro ricadute sul territorio”.