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Fiorentina, vittoria col batticuore sull’Atalanta: 2-3. Gol di Mati, Tello e Kalinic. Pagelle (Foto)

Il gol, di testa, di Mati Fernandez che sblocca il risultato (Foto Sport Mediaset)
Il gol, di testa, di Mati Fernandez che sblocca il risultato (Foto Sport Mediaset)

FIRENZE – Gran batticuore, ma la Fiorentina fa il colpo! Domina, segna, raddoppia e … si complica la vita. L’Atalanta accorcia due volte. Ma alla fine i viola portano via tre punti, con la quarta vittoria consecutiva allo stradio Fratelli d’Italia di Bergamo, e salgono a 52 punti in classifica. Terzo posto al sicuro in vista delle prossime grandi sfide: prima il ritorno di Euroleague con il Tottenham, quindi il Napoli a Firenze e la Roma all’Olimpico. Intanto da Londra arriva la notizia che il Tottenham è stato battuto in casa (0-1) dal Crystal Palace ed eliminato nel quinto turno della FA Cup inglese. Ma torniamo ai viola. Le belle novità di giornata? Il ritorno al gol di Kalinic, che sale a quota 11 nella classifica dei marcatori. Ma prima era stato il “nano” Mati Fernandez a sbloccare il risultato, addirittura di testa su un assist al bacio di Tello. Ma poco dopo è stato Mati a servire un granm pallone allo stesso Tello che, in fuga da centrocampo in posizione regolarissima, va a segnare, nonostante una prima respinta disperata del portiere Sportiello che gli rimette il pallone sui piedi per l’implacabile zero a due. Ma quando sembracva tutto finito, ecco la sciocchezza difensiva viola: con Conti, lasciato solo, capace di battere Tatarusanu. Allora giganteggia Borja. Che scambia con Kalinic, mandando il croato in gol. Uno a tre. Basta così vero? No. Astori si lascia beffare da Pinilla e l’Atalanta accorcia di nuovo. Fortu8natamente l’arbitro Celi, assai insufficiente soprattutto nel primo tempo, vede un fallaccio di Conti e lo espelle per doppia ammonizione. Gran batticuore, si è detto. Ma anche grabnde padronanza. Soprattutto nella ripresa, quando Paulo Sousa, arrabbiatissimo per l’opaca prova di Babacar, tira fuori l’argenteria: cioè manda in campo Borja e Kalinic. Borja, più fresco dopo il primo tempo passato in panchina, mostra la sua classe, il suo tocco, la sua importanza nel gioco viola. E nonostante i due erroracci difensivi, la Fiorentina macina l’Atalanta e compie la sua missione. Buon gioco e manovra fluida. Ma Sousa dovrà spiegare una cosa: la artita dura 90’ più recupero. Non ci si può distrarre mai prima del fischio finale. In ogni caso è vittoria, arrivano tre punti, si conserva il terzo posto. E per i tifosi viola saliti fino a Bergamo il ritorno è trionfale.

Il raddoppio della Fiorentina, firmato da Tello (Foto Sport Mediaset)
Il raddoppio della Fiorentina, firmato da Tello (Foto Sport Mediaset)

BADELJ – Prevedibile, anche se non scontata, la scelta di Paulo Sousa di lasciar fuori Borja Valero, bisognoso di rifiatare dopo una stagione condotta a ritmo forsennato. E soprattutto senza aver mai marcato visita: sempre presente. Il ritorno di Badelj, affiancato a Vecino, dà comunque garanzie a metà campo. Scontata la difesa, mentre davanti c’è Babacar, accanto al quale gioca Tello. Dietro a loro Mati. Terreno di gioco accidentato, allentato e con tante buche. Un campo disastroso. Un problema non da poco per i palleggiatori viola. Fiorentina vicinissima al gol (9’) con una straordinaria punizione diretta di Pasqual, indirizzata, all’all’angolinoa lla sinistra di Sportiello, che però riesce ad arrivarci e a respingere. Un attimo dopo è Tatarusanu a compiere una gran parata su tiro di Dramè. Nervosimo in campo. Pinilla è il più teso, viene ammonito ma provoca anche Babacar che finisce a sua volta sul taccuino di Celi, onestamente senza troppe colpe apparenti. Nuova punizione (18’) di Pasqual e parata, stavolta facile, di Sportiello.

MARTELLO – Rischia molto la Fiorentina (28’) su un pallone perso da Pasqual , D’Alessandro scappa bene sulla destra, crossa per Papu Gomez che arriva male sul pallone e lo manda sul fondo. De Roon entra a martello su Astori. Celi appare sconcertato e non estrae neppure il giallo. Timore di contestazioni da parte bdel pubblico? Ma via! Un arbitro deve tutelare l’incolumità dei giocatori, anche di quelli ospiti. La Fiorentina preme ma non punge. Babacar è lentissimo, Mati lo cerca ma spesso non lo trova nel posto giusto. Anche Bernardeschi avrebbe buoni palloni per il centravanti, ma dopo aver provato alcuni scambi senza successo si decide a cercare la conclusione personale. Poi due gialli: uno per Cigarini, che atterrra Mati, l’altro per Pasqual, ingiusto, perché il viola ferma D’Alessandro andando sul pallone e non sulle gambe dell’avversario. Finisce il primo tempo, con Paulo Sousa che rimprovera Babacar. Scarso rendimento, l’accusa al centravanti. In avvio di ripersa l’arbitro si rende conto che non funziona la tecnologia per misurare il tempo. Orologi elettronici fermi. Incredibile! L’arbitro, assai incerto nei primi 45’, tanto da provocare un eccesso di nervosismo in campo, sembra ancora più confuso.

Kalinic e Borja Valero festeggiano il terzo gol davanti ai tifosi viola saliti a Bergamo
Kalinic e Borja Valero festeggiano il terzo gol davanti ai tifosi viola saliti a Bergamo (Foto Ansa)

MATI FERNANDEZ – Nella ripresa l’Atalanta preme. Kurtic, già protagonista in maglia viola, prova a tirare da lontano: pericolosamente. L’arbitro, ancora una volta, tollera gli interventi rudi di centrocampisti e difensori atalantini. Il problema? Il pubblico becca spesso il disorientato Celi, che ora fischia solo … qualche volta. Nell’Atalanta fuori Gomez per Diamanti, altro fresco ex viola. Paulo Sousa toglie Babacar, dopo averlo rimproverato a lungo. E manda in campo Kalinic. Obiettivo? Allentare la pressione bergamasca. Viola un po’ provati, perdono troppi palloni a metà campo. Non a caso Sousa fa scaldare Borja Valero. Ma toglie Bernardeschi che forse era quello più in palla. Però l’ingresso del centravanti porta bene. I viola vanno in vantaggio. Cross al bacio di Tello per la testa di Mati, che non è un gigante, ma indirizza bene il pallone proprio all’angolino alto alla sinistra di Sportiello. Stavolta irrimediabilmente battuto. Torna al gol, il cileno, dopo una vita: ossia da 15 mesi. Bravo Mati a girarla in porta, ma miolto utile e preciso Tello in un assist davvero magistrale.

TELLO – Attenzione ora. Occorre amministrare la partita. Paulo Sousa impartisce ordini precisi. La Fiorentina è andata spesso in vantaggio ma, come accadde anche a Bologna, dopo pochi minuti si fa rimontare. Stavolta bisogna predisporsi in modo da evitare errori, distrazioni o malaugurati palloni sbagliati. Borja Valero prende le redini delle operazioni, coadiuvato da Vecino e Badelj. Potrebbe essere stanco, Borja, ma una ventina di minuti a buon ritmo può reggerli nonostante sia in vista il trittico terribile: Tottenham-Napoli-Roma. Reja fa uscire Kurtic per tentare il tutto per tutto con un attaccante: Marco Borriello. Ma è la Fiorentina che raddoppia. Come? Batti e ribatti a metà campo, palla a Mati Fernandez che vede Tello pronto a scattare, in posizione regolarissima (dentro la metà campo viola) l’ex Barcellona parte come una freccia, imprendibile, tira addosso a Sportiello, che respinge centralmente. Tello è lì, implacabile, e segna.

KALINIC – Tutto fatto? No, la Fiorentina trova il modo per soffrire ancora. La difesa viola si lascia sorprendere quando Pinilla cicca il pallone, interviene Conti che lo butta dentro. Ora si prospetta un finale incandescente. Sousa ordina una difesa più nutrita, con quattro uomini. I viola reggono la spinta atalantina e ripartono. Kalinic serve Borja sulla sinistra. Lo spagnolo avanza rpido, entra in area e la rimette al centro: dove Kalinic si fa trovare pronto e la butta dentro. Finalmente il croato si sblocca: undicesimo gol in campionato. Dodicesimo in stagione con quello di Coppa. Tutto finito? No, nei supplementari Astori si lascia soprendere ancora: e i bergamaschi segnano il secondo gol Pinilla, a digiuno da tanto tempo. Poi secondo cartellino rosso per Conti: espulso. Viola con un uomo in èiù negli ultimi secondi. Cha passano rapidi. Evvai Fiorentina. Cinquantadue punti in classifica. Terzo posto al sicuro. E avanti con le grandi sfide.

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Bennucci

Sandro Bennucci

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