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Siria: tregua salutata da un’autobomba (2 morti). Ma è allarme: l’Isis pronta a colpire l’Europa con armi chimiche

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ROMA – La storica tregua temporanea è entrata in vigore in Siria. Se la cessazione delle ostilità tenesse, sarebbe la prima volta che una pausa nella guerra civile in Siria è stata negoziata dalle potenze mondiali. Poco prima che arrivasse la scadenza della mezzanotte (le 23 di venerdì in Italia), il presidente americano Barack Obama aveva avvertito il governo Damasco e la Russia che il mondo vi guarderà.Venerdì, secondo le notizie circolate, gli aerei da guerra russi avevano intensificato gli attacchi sulle posizioni dei ribelli siriani. L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, ha annunciato che i negoziati di pace riprenderanno il 7 marzo se la tregua nel suo complesso reggerà. Ma subito dopo l’entrata in vigore della tregua i terroristi si nono subito fatti sentire: un’autobomba é esplosa alle porte della città di Salamiyeh nella Siria centrale uccidendo due persone. Finora l’atto non é stato rivendicato. Attivisti all’opposizione in varie parti del Paese hanno detto che la situazione è calma esprimendo comunque cautela.

SIRIA – Ma intanto proprio per la Siria scatta un altro inquietante allarme. Un rapporto presentato a dicembre 2015 al Parlamento europeo: «Isil/Daesh and non conventional weapons of terror», ossia l’Isis e le armi non convenzionali del terrore, anticipava un nuovo inquietante scenario: l’Isis, dopo aver organizzato gli attentati recenti in Europa vuole colpire il nostro continente con armi chimiche.

UE – «L’Unione europea e i suoi Stati membri devono prepararsi per la possibilità di un attacco chimico o biologico sul loro territorio da parte dello Stato islamico.I governi e le istituzioni europee devono stare allerta, e dovrebbero considerare di discutere pubblicamente la possibilità di un attacco terroristico usando materiali chimici, biologici, radiologici, o anche nucleari». Questo il significativo inizio del documento che in seguito avvertiva: «la prossima arma scelta dall’Isis potrebbe essere, ad esempio, un ordigno improvvisato contenente materiali chimici o radioattivi».

RAPPORTO – Secondo l’estensore del rapporto «è documentato che l’Isis abbia usato armi chimiche in Siria e Iraq. Il gruppo sembra aver prodotto bombe chimiche rudimentali, e le ha usate per attaccare i curdi in Iraq e Siria almeno tre volte, fra il giugno e luglio 2015. Secondo gli investigatori, queste aggressioni hanno coinvolto materiali chimici industriali o agricoli, riadattati come armi». Quindi il testo citava gli allarmi lanciati dal ministro degli Esteri australiano Julie Bishop sull’uso del chlorine in combattimento da parte dell’Isis, e quello di Medici senza frontiere sull’impiego di gas mostarda a Marea, nord della Siria, alla fine dell’agosto dell’anno scorso.

USA – Anche l’intelligence Usa ha dato l’allarme sui tentativi di condurre attentati di massa, oltre a quelli compiuti finora dai «lupi solitari». «Le minacce – spiega il documento – possono venire da individui altamente qualificati, che hanno accesso a materiali e informazioni sensibili, e possiedono le capacità necessarie. L’Isis recluta centinaia di combattenti stranieri, inclusi alcuni con lauree in fisica, chimica, informatica, che secondo gli esperti hanno la capacità di costruire armi da sostanze grezze».

In base a questi allarmi l’Onu si prepara ad inviare un nucleo d’ispettori in Siria, proprio per vigilare sulla presenza di armi chimiche. Ma sarà difficile che riescano a scoprire qualcosa.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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